1Q84 Libro 3 by Haruki Murakami

1Q84 Libro 3 by Haruki Murakami

autore:Haruki Murakami [Murakami, Haruki]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858406700
Google: 1LAftSWr58cC
editore: Einaudi
pubblicato: 2012-10-15T22:00:00+00:00


16. Ushikawa

Una macchina funzionale, paziente, imperturbabile

L’indomani mattina, come il giorno prima Ushikawa sedette per terra vicino alla finestra, scostò le tende e ricominciò a vigilare. Gli stessi individui che aveva visto rientrare la sera precedente – o che gli sembravano molto simili – lasciavano l’edificio. I loro volti erano scuri, le schiene curve. Era come se il nuovo giorno, benché appena iniziato, li avesse già nauseati, stremati. In mezzo a loro Tengo non si vedeva. Ma Ushikawa premette comunque il pulsante di scatto e fotografò le facce di tutti coloro che gli passavano davanti. Di rullini ne aveva a sufficienza, e se voleva scattare buone fotografie, doveva fare parecchia pratica.

Terminata l’ora in cui ci si reca al lavoro, dopo essersi accertato che tutti quelli che dovevano uscire l’avessero fatto, Ushikawa lasciò l’appartamento e si infilò in una cabina telefonica. Compose il numero della scuola preparatoria di Yoyogi e chiese di Tengo. La donna che gli rispose disse: – Il professor Kawana è in permesso da una decina di giorni.

– È malato, per caso?

– No, ma qualcuno della sua famiglia non sta bene. Ha detto che sarebbe andato nella prefettura di Chiba.

– Sa per caso quando rientrerà?

– Questo non saprei dirglielo, – rispose la donna.

Dopo averla ringraziata, Ushikawa riagganciò.

La famiglia di Tengo, allo stato attuale, era costituita soltanto da suo padre, vale a dire l’esattore della NHK. Della madre Tengo ancora oggi non sapeva niente. A Ushikawa, inoltre, risultava che i rapporti tra lui e il padre non erano buoni. Eppure, adesso che era malato, aveva preso dieci giorni di permesso per stargli vicino. Ushikawa non riusciva a spiegarselo. Perché l’ostilità di Tengo si era placata in maniera cosí repentina? E il padre di cosa si era ammalato? In quale ospedale della provincia di Chiba si trovava? Avrebbe potuto indagare, certo, ma ci sarebbe voluta una mezza giornata. Significava interrompere la vigilanza.

Ushikawa era confuso. Se Tengo si era allontanato da Tōkyō, tenere d’occhio l’entrata di casa sua non aveva molto senso. Forse sarebbe stato piú saggio sospendere la guardia e spostare le indagini altrove. Poteva cercare l’ospedale in cui si trovava il padre di Tengo, oppure raccogliere nuove informazioni su Aomame, incontrando i suoi compagni di università o gli ex colleghi di lavoro e sentendo cosa avevano da dire su di lei. Magari avrebbe scoperto altri indizi.

Tuttavia, dopo averci riflettuto a lungo, Ushikawa decise di continuare a sorvegliare l’appartamento. Punto primo, interrompendo la guardia avrebbe spezzato il ritmo delle giornate proprio nel momento in cui si stava assestando. Sarebbe dovuto ripartire da zero. Secondo, mettersi sulle tracce del padre di Tengo, o indagare sulle frequentazioni di Aomame, non avrebbe comportato uno sforzo esagerato rispetto ai risultati che ne potevano seguire? Le ricerche che implicano uno spostamento fisico da un luogo all’altro sono utili fino a un certo punto, superato il quale ci si ritrova a girare a vuoto. Ushikawa lo sapeva per esperienza. Terzo, il solito, vecchio istinto che albergava nella sua testa deforme gli suggeriva di mettersi seduto, immobile, e di osservare con attenzione tutto quello che gli passava davanti, senza lasciarsi sfuggire niente.



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