2666 by Roberto Bolaño

2666 by Roberto Bolaño

autore:Roberto Bolaño
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2011-08-03T04:00:00+00:00


Per quanto riguarda le donne morte nell'agosto del 1995, la prima si chiamava Aurora Muñoz Álvarez e il suo cadavere venne ritrovato sul ciglio della strada che va da Santa Teresa a Cananea. Era stata strangolata. Aveva ventotto anni e indossava dei fuseaux verdi, una maglietta bianca e un paio di scarpe da tennis rosa. Secondo il medico legale, era stata picchiata e frustata: sulla schiena si potevano ancora scorgere i segni di una cintura con la cinghia grossa. Lavorava come cameriera in un caffè del centro città. Il primo a cadere fu il suo fidanzato, con cui secondo alcuni testimoni non andava d'accordo. L'uomo si chiamava Rogelio Reinosa, lavorava alla maquiladora Rem&Co e non aveva alibi per il pomeriggio in cui Aurora Muñoz era stata sequestrata. Per una settimana passò di interrogatorio in interrogatorio. Dopo un mese, quando ormai era stato tradotto nel carcere di Santa Teresa, lo rilasciarono per mancanza di prove. Non ci furono altri arresti. Secondo i testimoni oculari, che non pensarono mai a un sequestro, Aurora Muñoz era salita su una Peregrino nera in compagnia di due tipi che sembrava conoscere. Due giorni dopo il ritrovamento della prima vittima di agosto fu scoperto il corpo di Emilia Escalante Sanjuàn, trentatré anni, con un gran numero di ematomi sul torace e sul collo. Il cadavere giaceva all'incrocio fra calle Michoacàn e General Saavedra, nel quartiere Trabajadores. La relazione del medico legale decretò che la morte era dovuta a strangolamento, seguito a innumerevoli violenze carnali. Al contrario, il rapporto dell'agente della giudiziaria che si occupò del caso, Ángel Fernàndez, indicava come causa della morte un'intossicazione. Emilia Escalante Sanjuàn viveva nel quartiere Morelos, nella zona ovest della città, e lavorava alla maquiladora New Markets. Aveva due figli in tenera età e abitava con la madre, che aveva fatto venire da Oaxaca, di cui era originaria. Non aveva marito, anche se una volta ogni due mesi usciva e andava nelle discoteche del centro, insieme alle amiche del lavoro, dove beveva e poi si allontanava in compagnia di qualche uomo. Una mezza puttana, dissero i poliziotti. Una settimana dopo, sulla strada per Casas Negras, fu ritrovato il corpo di Estrella Ruiz Sandoval, diciassette anni. Era stata violentata e strangolata. Indossava un paio di jeans e una camicetta blu. Aveva le braccia legate dietro la schiena. Il corpo non presentava segni di tortura né di percosse. Era scomparsa da casa, dove viveva con i genitori e i fratelli, tre giorni prima. Il caso fu assegnato a Epifanio Galindo e Noè Velasco, della polizia di Santa Teresa, per alleggerire la polizia giudiziaria, che si era lamentata dell'eccesso di lavoro. Il giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Estrella Ruiz Sandoval venne scoperto il corpo di Monica Posadas, vent'anni, in un terreno incolto vicino a calle Amistad, nel quartiere La Preciada. Secondo il medico legale, Monica era stata violentata per via anale e vaginale, anche se le trovarono tracce di sperma in gola, il che contribuì a far circolare negli ambienti della polizia la voce di uno stupro «dai tre orifizi».



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