44 Scotland Street by Alexander McCall Smith

44 Scotland Street by Alexander McCall Smith

autore:Alexander McCall Smith
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
pubblicato: 2016-03-20T23:00:00+00:00


63. Irene conversa con il dottor Hugo Fairbairn

"Qualcosa la turba" disse Irene vedendo l'espressione sofferente sul viso del dottor Fairbairn.

"Poco fa mi sembrava quasi tormentato." Il dottor Fairbairn distolse gli occhi da Bertie per guardare Irene.

"È una buona osservatrice" disse. "E ha ragione. Ho provato una forte fitta di rimorso. Adesso mi è passato ma è stata molto forte, sì."

"Le emozioni traspaiono sempre con tale chiarezza" disse Irene. "Il nostro corpo non è molto bravo a celarle, è fin troppo sincero." Il dottor Fairbairn sorrise. "Assolutamente. È la grande intuizione che Wilhelm Reich ci ha regalato, no?

Alcune delle idee di Reich erano un po' strane, temo, ma sulla corazza caratteriale aveva ragione. Lo sa che cosa ha affermato in proposito?" Irene annuì. "Che ci creiamo un carapace di posture e gesti per proteggere il nostro vero io. Come gli attori del teatrino giapponese con le loro maschere."

"Esatto" disse il dottor Fairbairn.

Per un attimo nessuno parlò. Durante lo scambio di battute tra sua madre e il dottor Fairbairn, Bertie era rimasto a guardare gli adulti, ma ora volse gli occhi alla finestra, verso il cielo, profondo e vuoto. Una sottile scia di vapore attraversava l'azzurro, tracciata da un aereo quasi invisibile. Come doveva far freddo lassù, su quell'aereo, pensò Bertie, ma sicuramente avevano delle maglie e dei guanti e si tenevano al calduccio così. Gli aerei gli piacevano, ma non quanto i treni. L'anno prima aveva preso l'aereo per andare in vacanza in Portogallo e ancora si ricordava con piacere di quando aveva guardato dal finestrino il terreno che si allontanava sotto di lui. Aveva visto le strade e le macchine, piccole come giocattoli, e un treno sui binari...

"Sembrava angosciato" disse Irene. "Dev'essere stato un ricordo molto doloroso."

"Non per me" si affrettò a precisare il dottor Fairbairn. "Cioè, lo schiaffo avrà fatto male a lui, immagino."

"Lui chi?"

Il dottor Fairbairn scosse il capo. "Preferisco non parlarne." Irene rise. "Ma se è quello che chiede di fare agli altri, parlare!" Il dottor Fairbairn allargò le braccia, rassegnato. "Ne ho parlato in passato" disse. "Con il mio analista, naturalmente."

"E non è bastato ad alleviare il dolore?" domandò Irene con delicatezza.

"Solo per un po'" disse il dottor Fairbairn. "Poi è ritornato. Il dolore ritorna, sa? Pensiamo di averlo sotto controllo ma ritorna."

"Capisco cosa intende" disse Irene. "Anche a me tanto tempo fa è successa una cosa che mi fa male tuttora. Perfino oggi, quando ci ripenso sento un dolore fisico. È come una stretta al petto."

"Se li affrontiamo nel modo giusto, possiamo mettere a tacere questi fantasmi" disse il dottor Fairbairn. "L'importante è comprendere la cosa in sé. Vederla per ciò che è davvero."

"L'ha scritto anche Auden in quella poesia meravigliosa" disse Irene. "La conosce? Quella che ha composto in memoria di Freud poco dopo la sua morte a Londra. Able to approach the future as afrìend, without a wardrobe ofexcuses. Che meravigliosa profondità."

"La conosco, sì" disse il dottor Fairbairn.

"Anch'io" intervenne Bertie.

Il dottor Fairbairn, che stava dando le spalle a Bertie, si voltò dalla sua parte e lo guardò con interesse.



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