A mente accesa by Daniela Lucangeli

A mente accesa by Daniela Lucangeli

autore:Daniela Lucangeli [Lucangeli, Daniela]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2020-07-14T12:00:00+00:00


III

L’intero è qualcosa di più delle (sue) parti.1

ARISTOTELE

Durante il penultimo anno del mio dottorato trascorsi un periodo di studi alla Cornell University, a Ithaca, vicino a New York. Ero entusiasta: la Cornell University è uno dei templi della scienza dell’educazione. Già c’ero stata per presentare una mia ricerca sull’intelligenza numerica, nell’ambito di un congresso sulle misconcezioni della matematica. In seguito mi hanno richiamato per affidarmi un progetto di ricerca all’avanguardia. Un sogno, per me.

Era circa la metà degli anni Novanta, un’epoca di avvicinamento tra discipline diverse ma tangenti tra loro, come le neuroscienze, le scienze cognitive e le scienze psicologiche. In quella situazione, venni affidata alla guida di un professore, Joseph Novak, che non si occupava direttamente dei temi oggetto delle mie indagini, ma che era «un mostro sacro» della didattica delle scienze e del learning how to learn («apprendere ad apprendere»),2 ideatore delle mappe concettuali.

Appena messo piede alla Cornell University venni intercettata dall’assistente di Novak, che mi accompagnò al terzo piano, ma sottoterra. Lì, in un sottoscala, c’era una stanzetta con una targhetta sulla porta: «Daniela Lucangeli, PhD». La porta si apriva su uno studiolo di un metro e mezzo per un metro e mezzo, senza finestre, senza aria e con poca luce (ovviamente tutta artificiale). Dentro c’erano una scrivania, vuota, una sedia e una mensola, sulla quale erano appoggiati otto vasi di vetro contenenti altrettanti cervelli conservati in formalina. L’assistente mi spiegò che alla fine dell’Ottocento l’istituto aveva avviato una serie di studi che cercavano di rispondere alla domanda: «In che cosa il cervello di un genio è diverso da quello di un criminale?». Per identificare gli eventuali tratti fisici indice di genialità gli studiosi avevano analizzato otto cervelli donati alla scienza: quattro erano appartenuti a grandi professori della Cornell University, quattro a malviventi e serial killer. A mano a mano che questo filone di studi per così dire lombrosiano finiva nel dimenticatoio, i cervelli erano scesi di piano in piano, per terminare la loro calata sulla mensola sopra quella che sarebbe diventata la mia scrivania.

Non riuscivo a smettere di fissarli. Mentre li osservavo, sconvolta sia dalla crudezza di quella visione sia dai principi che il loro studio aveva sotteso, l’assistente mi salutò e mi lasciò sola nel mio stanzino. Perché Novak mi aveva piazzata lì? Che cosa voleva dirmi? Che insegnamento voleva darmi? Non riuscivo a capire. Venni sopraffatta da un misto di emozioni sincrone, mescolate le une alle altre: orrore, frustrazione, dispiacere, preoccupazione, paura… Ricordo perfettamente il freddo e l’umidità del sottoscala, la mia pelle d’oca e il tepore delle lacrime che, ancora una volta, segnava una mia svolta importante. Uscire? Girare i tacchi e andarmene? No, non ero più la maestra-bambina che era scappata di fronte a un compito che le era parso troppo grande per le proprie forze. Questa volta non volevo fuggire dal problema, ma superarlo. Ero lì per rimanere: dovevo solo trovare il modo.

Poi ebbi un’intuizione. In quel vano asfittico, in una terra che non conoscevo, in un habitat ancora estraneo, mi dissi che, forse, Novak aveva voluto dirmi: «Non puoi permetterti di bluffare.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.