Adesso e per sempre (Italian Edition) by Sarah Dessen

autore:Sarah Dessen [Dessen, Sarah]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton
pubblicato: 2017-09-08T04:00:00+00:00

Capitolo 13

«Che ore sono?»

«Non dovevamo chiederlo. Ricordi?».

Avevamo fissato quella regola verso le quattro del mattino, quando era buio e mancava ancora un po’ allo spuntar del giorno. Adesso, però, due ore dopo, il cielo stava diventando più chiaro e rosa, le stelle stavano svanendo anche se io continuavo a non perderle di vista. Il mattino era arrivato.

E noi eravamo al punto di inizio, appena più in basso dell’hotel, sulla sabbia. Finita la torta e il caffè, eravamo tornati indietro sulla passerella e poi sulla stretta strada principale di Colby superando solo un paio di lampioni intermittenti e un gruppetto di macchine. Quando di fronte a noi comparve l’insegna dell’hotel, illuminata da un riflettore, io volevo che continuassimo a camminare, che andassimo il più lontano possibile nella direzione opposta. Ma il padre di Ethan sarebbe partito alle otto in punto per il lungo rientro verso il New Jersey. Quindi, invece, andammo in spiaggia dove trovammo una fila di sdraio piegate, ne prendemmo una e ci rannicchiammo insieme.

Non mi ero mai sentita così vicina a qualcuno, mai. Forse era per quello che era successo prima, dietro il pontile. Le mie labbra erano appiccicose di frutta e cioccolato, l’alito di Ethan sapeva di caffè zuccherato quando mi aveva adagiata sulla sabbia fresca e umida. Mi aspettavo di essere nervosa la prima volta e mai avrei pensato che potesse succedere in quel modo. Ma quando fece scivolare il vestito dalle spalle e me lo sfilò delicatamente, mi ritrovai a inarcarmi per raggiungerlo come se conoscessi ogni mossa prima del tempo e dovevo soltanto farla. Mi chiese così tante volte se fossi sicura dopo aver indossato il preservativo, che alla fine coprii la sua bocca con la mia per farlo tacere. Fu un po’ doloroso, cosa che mi aspettavo, e poi dopo piansi, cosa che invece non mi aspettavo. Restammo lì per molto tempo, di tanto in tanto, il vento ci soffiava la sabbia addosso, tenevo le ginocchia strette al petto e la testa sulle sue spalle. Per la prima volta dopo ore, non parlammo e in quel silenzio sentii tutto quello di cui avevo bisogno.

Adesso, tra le sue braccia, di fronte al mare, riuscivo a sentire l’odore del sale sulla sua camicia e al di sotto il leggero odore dell’acqua di colonia e del sudore. Sarebbe stata solo una questione di tempo prima che qualcuno fosse arrivato per portare a spasso il cane o un bambino, a rendere chiaro che quella spiaggia e quella notte non erano più soltanto nostre. Mentre ero immerso in quei pensieri, strinsi forte gli occhi desiderando di nuovo che il tempo si fermasse. Come nel gioco che Ethan faceva con i suoi amici, quello di stringere patti, anche io avrei fatto di tutto per avere qualche ora in più.

In alto, un gabbiano emise un richiamo e si gettò in picchiata. Da qualche parte, qualcuno suonò il clacson di una macchina.

«Dieci ore», disse Ethan proprio sul mio orecchio. Mi girai e lo guardai. Con la luce del giorno riuscivo a

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