Afghanistan Picture Show by William T. Vollmann

Afghanistan Picture Show by William T. Vollmann

autore:William T. Vollmann [Vollmann, William T.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2023-06-13T22:00:00+00:00


VIII. «...Formalmente descritti

come campi profughi...»: corruzione

(1982)

DONNA AFGANA: Lei è un turista?

GIOVANOTTO: No, raccolgo fondi.

DONNA AFGANA: Raccoglie un sacco di soldi o solo qualche migliaio di dollari?

GIOVANOTTO: Probabilmente solo qualche migliaio di dollari.

DONNA AFGANA: Credo che lei dovrebbe aiutarci davvero o non aiutarci affatto. Lei non ci sta aiutando.

Afghanistan Picture Show [1]

Intanto batteva le palpebre, e il suo Afghanistan Picture Show, con il quale avrebbe galvanizzato il mondo, lo fissava come le due bambine che l’avevano fissato fra due tende. Una era ben pettinata e indossava un vestitino bianco. L’altra era scarmigliata, con la faccia sporca e l’abito sbiadito e spiegazzato; si grattava la puntura di un insetto sul ginocchio. Erano entrambe belle, entrambe timide. Continuavano a fissarlo; non ne avrebbero mai avuto abbastanza di lui. Com’era strano! Che cosa voleva? Perché era venuto da loro? Perché era così magro e pallido e sudato? Doveva esserci per forza qualcosa che non andava. Le due bambine lo osservavano, sperando che non se ne andasse e che non venisse più vicino. Il suo Picture Show lo stava fissando come i due bambini accovacciati fra la tenda e la scatola d’argilla in cui vivevano; si afferravano le ginocchia con le mani; sorridevano e in mezzo a loro c’era una latta vuota che diceva: BUTTEROIL 99,8% MATERIE GRASSE DEL LATTE – DONO DELLA COMUNITÀ ECONOMICA EUROPEA; un’altra latta vuota trasformata in secchio era in cima alla loro casa e il pavimento era di argilla cotta e crepata; lo stava fissando come lo fissavano le case d’argilla dagli occhi quadrati, con la paglia che penzolava sulla fronte come le frange dei ragazzi, e dentro una di esse il bambino con la faccia larga a cui i ruus avevano portato via il padre fissava il Giovanotto con occhi verdebruni, una mano premuta sulla tempia quasi per aiutarlo a guardare ancora più fisso, e il Giovanotto pensò: «Be’, magari riesco a fare qualcosa di buono, dopotutto; magari posso essere almeno un diversivo». Dietro il bambino, una coperta colorata faceva un arcobaleno.

Ma non riusciva ancora a capire il significato di queste cose. Era troppo impegnato ad analizzare e risolvere una volta per tutte (come aveva fatto per gli altri problemi) la questione della



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