Alla scoperta dei segreti perduti della Sicilia by Clara Serretta

Alla scoperta dei segreti perduti della Sicilia by Clara Serretta

autore:Clara Serretta [Serretta, Clara]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2016-11-15T23:00:00+00:00


Questa strana storia di odio e amore tra le due città trova la sua conclusione, che per il momento pare definitiva, nel 1926, quando nacque ufficialmente il nuovo comune di Ragusa, di cui Ragusa Ibla e Ragusa Superiore divennero i quartieri centrali. La distinzione, e una certa rivalità, tra sangiorgiari e sangiovannari tuttavia è ancora piuttosto viva, ed è parte integrante della tradizione cittadina. Per esempio, nonostante l’unificazione, Ragusa Ibla e Ragusa Superiore continuano a festeggiare ciascuna il proprio patrono, San Giorgio l’ultima domenica di maggio e San Giovanni il 29 agosto, e c’è chi dice che la divisione sia stata originata proprio dalla devozione a San Giovanni di una parte dei cittadini, che dopo il terremoto premevano per costruire una nuova città solo per poterla consacrare al santo. La natura delle due feste sottolinea ancora una volta la diversità delle due Raguse: la festa di San Giovanni è improntata al raccoglimento e alla solennità, con una processione silenziosa che testimonia l’umile devozione al santo, mentre la festa di San Giorgio è più ricca e chiassosa, con fuochi d’artificio e la partecipazione della banda, quasi a sottolineare che Ragusa Ibla nel corso dei secoli è comunque rimasta la parte più aristocratica e opulenta della città.

C’è da dire in effetti che Ragusa Ibla possiede un fascino particolare, sia perché è ancora possibile vedere tracce dell’antica Hybla, nonché delle dominazioni araba, bizantina e normanna, sia perché, essendo diventata dopo il terremoto la residenza della nobiltà ragusana, vi furono edificati imponenti palazzi barocchi – la maggior parte dei quali dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO – come per esempio Palazzo Bertini, famoso per le tre curiose maschere incastonate nei timpani delle finestre: un vecchio sdentato, un nobile e un mercante con un voluminoso turbante, a rappresentare rispettivamente la povertà, il potere e la ricchezza.

Lo scrittore e poeta Gesualdo Bufalino, nato da queste parti, descriveva così il fascino di Ibla:



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