Andreoli Vittorino - 2019 - Il futuro del mondo by Andreoli Vittorino

Andreoli Vittorino - 2019 - Il futuro del mondo by Andreoli Vittorino

autore:Andreoli Vittorino [Andreoli Vittorino]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858697993
Google: ZWGnDwAAQBAJ
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-09-02T22:00:00+00:00


Dialogo tra uno scrittore e sé medesimo intorno alla nascita di un proprio libro: il 2 settembre

Tra qualche giorno, il 2 settembre, uscirà in libreria un nuovo libro. Un nuovo parto. Assomiglio a quelle madri di un lontano passato, che volevano solo generare. La qualità della donna si riduceva al numero dei parti.

Ancora adesso, nelle cosiddette società primitive, la «patologia» più grave per una donna è la sterilità o la bassa fecondità.

Importante è fare figli. Essenziale è pubblicare libri.

Un giorno in cui una gestazione nascosta, colma di ansie, segnata da nausea, vomito, si fa pubblica e il bambino deve essere notato, visto con interesse dalla comunità.

Un libro diventa visibile, esposto nelle librerie, pubblicizzato.

È nato.

Il volto, la copertina.

Il titolo. La sintesi nella quarta. Il risvolto…

Una festa: è nato un bambino.

Io sono triste. Non mi sono mai divertito alle feste, alle cerimonie. Cerco sempre di nascondermi, ma non si può fare un bambino e poi nasconderlo. C’è stato un periodo in cui non li mostravo e ai miei occhi apparivano talora mostruosi.

Si guarda al bambino e si vuol vedere anche la madre. Per festeggiarla o per rimproverarla. Non sempre un bambino, in questa società, è motivo di festa: l’aborto, l’infanticidio, ma soprattutto l’abbandono.

È nato ma è come non fosse mai uscito dal ventre della madre.

Dicono che è brutto, roba da Cottolengo. Nessuno lo vuol vedere.

Macché festa. È un flop. Non è nemmeno un bambino. È un mostro. La presentazione al tempio della cultura, fatta da farisei e sepolcri imbiancati. Gente che vede i figli propri o i familiari dei propri figli e gli altri li ammazza: prima di nascere se è possibile, oppure come Erode…

Non ha più la spada in mano: uccide con il sorriso. Lo fanno cadavere, brindando al suo futuro.

Vorrei scappare il 2 settembre. La paura del fallimento. Lo giudicano imperfetto, male strutturato. Quel terzo capitolo è un obbrobrio. Un’oscenità. Come si fa a presentare un bambino così, un po’ di ritegno.

Per fortuna c’è l’ostetrico, il tuo ostetrico. Ti ha seguito da quando hai avuto quel coitus mentalis e ha richiesto visite specialistiche, ecografie, Rx, elettroencefalogramma, persino una Positron emission tomography: una Pet, roba da piccoli principi.

È il tuo editore: ha visto quel prodotto fin dal concepimento, anzi conosce persino le modalità del coito… Ti ha sempre sostenuto, certo anche consigliato, corretto, semplificato, completato. Lui se ne intende di bambini, ne vede tantissimi: ha detto che è bello. Intendiamoci, senza sbilanciarsi. Gli aggettivi sono professionali: buono, compatto, convincente, scorrevole, interessante…

Certe espressioni si danno soltanto alle super mamme… Gente che potrebbe partorire con i piedi, usare la fecondazione artificiale, persino fare parti anali… Sono delle super mamme…

L’editore ti dà sicurezza, ma ti spinge anche a mostrarti col bambino in braccio, a sorridere e dargli qualche pizzicotto se si addormenta un po’ o a girarlo se si nota quel neo nella regione sinistra del collo, per nasconderlo. Insomma, ti fa capire che è bello se è visto bello dai lettori. E per questo bisogna far promozione. E ripetere dappertutto: guardate che bello! Come quelle madri, beate, che mostrano il primogenito, orrendo ma loro lo vedono perfetto.



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