Anonimo - Racconti di un pellegrino russo (1989) by Anonimo

Anonimo - Racconti di un pellegrino russo (1989) by Anonimo

autore:Anonimo
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Cittadella
pubblicato: 1989-03-06T23:00:00+00:00


Arrivo a Irkutsk

Così ripresi ancora una volta la mia via solitaria, leggero come se una montagna mi fosse caduta dalle spalle. La preghiera mi consolava sempre di più; a volte il mio cuore traboccava di un amore infinito per Gesù Cristo, e da quella meravigliosa pienezza si spandevano in tutto il mio essere onde benefiche. L’immagine di Gesù Cristo era così impressa nella mia anima che, pensando agli avvenimenti del Vangelo, potevo dire di vederli proprio davanti ai miei occhi. Ero commosso e piangevo di gioia, e talvolta sentivo nel mio cuore una tale felicità che non la saprei descrivere. A volte restavo ben tre giorni lontano da ogni abitato umano e con estasi mi sentivo sulla terra solo, miserabile peccatore davanti a Dio misericordioso e amico degli uomini. Questa solitudine faceva la mia felicità e la dolcezza della preghiera era molto più sensibile che non il contatto con gli uomini.

Infine arrivai ad Irkutsk. Dopo essermi inginocchiato davanti alle reliquie di sant’Innocente, mi chiesi dove potevo ormai andare. Non avevo voglia di rimanere a lungo nella città, perché era molto popolata. Camminavo per le vie e riflettevo tra me. A un tratto incontrai un mercante del paese che mi fermò e disse: – Sei un pellegrino? Perché non vieni a casa mia?

Arrivammo nella sua magnifica casa. Mi domandò chi ero e gli raccontai del mio viaggio. A queste parole mi disse: Dovresti andare fino all’antica Gerusalemme. Laggiù c’è una santità che non è pari a nessun’altra!

– Vi andrei volentieri, gli risposi, ma non ho di che pagare la traversata, perché il denaro che ci vuole è molto.

– Se vuoi, ti posso indicare un mezzo, disse il mercante. L’anno scorso ho mandato laggiù un vecchio che era nostro amico.

Caddi ai suoi piedi, ed egli soggiunse: Stammi a sentire. Io ti darò una lettera per mio figlio che sta a Odessa e commercia con Costantinopoli; egli ha delle navi, ti farà imbarcare fino a Costantinopoli e di là le sue agenzie ti pagheranno il viaggio fino a Gerusalemme. Non è poi tanto caro.

Ringraziai calorosamente, colmo di gioia, il benefattore e tanto più ringraziai Dio che manifestava il suo amore paterno per me, peccatore indurito, che non faceva alcun bene né a sé né agli altri e che mangiava inutilmente il pane altrui. Sono rimasto tre giorni con quel generoso mercante. Egli mi ha dato una lettera per suo figlio e ora sto andando a Odessa nella speranza di raggiungere la città santa di Gerusalemme. Ma non so se il Signore mi concederà di inginocchiarmi davanti al suo sepolcro di vita.



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