Autunno by Ali Smith

autore:Ali Smith [Smith, Ali]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788869981258
Google: XQ6StgEACAAJ
editore: Sur
pubblicato: 2018-05-14T22:00:00+00:00

la calma si mescola con l’energia /

l’artificio si mescola con il naturale /

energia elettrica /

alta tensione naturale /

Alza lo sguardo. Si accorge di essere a pochi metri dalla recinzione che taglia il terreno pubblico, un altro genere di alta tensione.

La recinzione è raddoppiata rispetto all’ultima volta che l’ha vista. Se gli occhi non la ingannano, adesso non ce n’è una sola, ma due, che corrono parallele.

Proprio così. A circa tre metri di distanza dalla prima barriera, separata da una striscia di terra appiattita con cura, c’è un’altra identica recinzione metallica sormontata dallo stesso filo spinato dall’aspetto orrendamente frivolo. Anche questa seconda recinzione è elettrificata. Mentre Elisabeth cammina lungo il reticolato metallico, l’effetto dei rombi che si susseguono alla periferia del suo campo visivo ha qualcosa di vagamente epilettico.

Scatta una foto col cellulare. Poi ne fa un altro paio per immortalare le erbacce che già fanno capolino in mezzo al terreno fangoso smosso attorno a uno dei pali metallici.

Si guarda attorno. La ricomparsa dei fiori e delle erbacce è visibile ovunque.

Elisabeth segue la recinzione per circa un chilometro, poi viene raggiunta da un grosso SUV nero che avanza a velocità ridotta nello spazio tra le due barriere. Il veicolo la supera e si ferma davanti a lei. Il motore si spegne. Quando Elisabeth arriva all’altezza del SUV il finestrino si abbassa. Si affaccia un uomo. Lei lo saluta con un cenno del capo.

Bella giornata, gli dice.

Non può camminare qui, le fa lui.

Sì che posso, ribatte lei.

Gli rivolge un altro cenno del capo e sorride. Continua a camminare. Sente il SUV che rimette in moto alle sue spalle. Quando la raggiunge l’autista tiene il motore al minimo, procedendo di pari passo con lei. Si affaccia dal finestrino.

Questo è un terreno privato, le dice.

Non è vero, ribatte lei. È terreno pubblico. E se è pubblico, per definizione vuol dire che non è privato.

Si ferma. Il SUV la supera. L’uomo ingrana la retromarcia.

Torni sulla strada, le grida dal finestrino mentre fa manovra. Dove ce l’ha la macchina? Deve tornare dove l’ha lasciata.

Non posso, dice Elisabeth.

E perché?, le chiede l’uomo.

Perché non ce l’ho, dice Elisabeth.

E poi riprende a camminare. L’uomo schiaccia l’acceleratore e la supera. Dopo qualche metro si ferma, spegne il motore e apre lo sportello. Lei si avvicina e lui è fermo accanto al veicolo.

Lei sta commettendo un reato, le dice.

E quale?, dice Elisabeth. Che poi, a proposito di reati. Visto da qui è lei quello che sembra in prigione.

L’uomo apre il taschino e prende un cellulare. Lo punta come se stesse per farle una foto o riprenderla.

Lei indica le telecamere montate sui pali.

Non mi avete già filmata abbastanza?, dice.

Se non sgombera l’area immediatamente, le dice lui, la faranno sgomberare con la forza gli addetti alla sicurezza.

Quindi lei non è un addetto alla sicurezza?, gli chiede Elisabeth.

Indica il logo sulla tasca dalla quale l’uomo ha preso il cellulare. Sopra c’è scritto SA4A.

Quello vorrebbe essere un modo alternativo per scrivere la parola safe o vorrebbe somigliare più alla parola sofà?, gli chiede.

L’uomo della SA4A comincia a digitare qualcosa sul telefono.

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