Bodyguard by Cassie Miles

Bodyguard by Cassie Miles

autore:Cassie Miles [Miles, Cassie]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858999929
editore: HarperCollins Italia


Il suo sonno s'interruppe all'improvviso. Aveva avvertito un rumore. Le avrebbe fatto comodo essere lucida, ma Tasha era un po' stordita dalla vodka. Con occhi appannati guardò l'orologio. Non era nemmeno l'una. Che cosa stava succedendo? Perché si era svegliata? Si dibatteva in una sorta di nebbia mentale, così fitta da intralciarle i movimenti.

Ma aveva sentito... qualcosa. Lo scatto della porta d'ingresso? Era entrato qualcuno. Green? Che fosse tornato a tormentarla? Quell'uomo era un mostro!

Ci fu un altro rumore. Attraverso la porta socchiusa, Tasha vide accendersi la luce del salotto.

Non stava sognando. C'era senz'altro un intruso. Svegliati, Tasha! Reagisci! Doveva difendersi. Visto che custodiva la pistola in negozio, la sua unica protezione era la mazza da baseball che teneva sotto il letto.

Tasha si sporse ad afferrarla, ma il plaid le bloccava le gambe. Si divincolò con comica goffaggine. Poi, quando fu libera, recuperò la mazza da sotto il letto e, alzandosi in piedi, barcollò in direzione della porta.

La sagoma di un uomo si stagliò sulla soglia.

Prendendo la mira, sferrò un colpo. E mancò il bersaglio. La mazza cozzò contro lo stipite e le sfuggì di mano.

E adesso? Tremando come una foglia, si nascose il viso tra le mani e si preparò al peggio.

«Tasha? Che cosa diavolo stai facendo?»

La voce profonda era gentile e... meravigliosa!

«David!» Era ritornato! Non poteva lasciarla, dopotutto. Malgrado le parole brusche che gli aveva rivolto, lo abbracciò felice. «Sei qui! Grazie al cielo sei qui!»

Lui la strinse con vigore. Poi le cercò lo sguardo. «Ti senti bene?»

«Adesso, sì.»

«Che cosa c'è che non va?»

«Niente» mentì lei.

David raccattò la mazza. «Contavi di proteggerti con questa?»

«Forse.»

«Brutta idea» fu il suo commento. «Se fossi stato un delinquente che voleva aggredirti, la tua miglior difesa sarebbe stata quella di alzare il telefono e chiamare la polizia.»

«Sul serio?»

«Sì. Per un intruso è facile disarmarti e usare la mazza contro di te.»

Lei fece una smorfia. «Dici?»

«Dico.»

«Sai una cosa?» lo sorprese Tasha. «La sicurezza non è il mio campo.» Dopo una lieve esitazione, aggiunse: «Ho bisogno di una guardia del corpo».

«Se il posto è ancora disponibile, lo prendo io.»

«Che bello!» esultò lei ondeggiando in mezzo alla stanza.

«A quanto pare» concluse David, «hai bisogno anche di un bel caffè.»

Prendendola sottobraccio, la pilotò in cucina e fissò il tavolo, su cui troneggiavano la bottiglia di vodka e un unico bicchiere vuoto. Era un'immagine così triste e patetica che Tasha sentì il bisogno di giustificarsi.

«Di solito non bevo» mormorò. «Ma ero agitata e...»

«Va bene» tagliò corto lui. «Ti gira la testa?»

«No. Ma ho sonno.»

«Torna a letto. Ti preparo il caffè.»

Pur essendo in grado di camminare, lei si appoggiò a David. Era così piacevole farsi coccolare...

Lui la riaccompagnò in camera e accese la luce. Il suo sguardo indugiò sul letto disfatto. «Che cosa hai combinato qui dentro? Non importa. Non voglio saperlo.» L'aiutò a sdraiarsi. «Sta' giù. Ti copro io.»

Tasha si girò sul fianco e la camicia da notte le risalì oltre le ginocchia. Fece per abbassarne l'orlo, ma David le bloccò la mano.

«Che cosa ti è successo alle gambe?»

Non poteva confidarsi con lui.



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