Brasile by Stefan Zweig

Brasile by Stefan Zweig

autore:Stefan Zweig [Zweig, Stefan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: LiB3
pubblicato: 2013-04-27T22:00:00+00:00


CAPITOLO 4

RIO DE JANEIRO

Quasi quattrocento anni or sono, nel 1562, scriveva Tome de Sousa sbarcando a Rio: Tudo è graça o que dele se pode dizer. Non si poteva davvero esprimersi meglio di quel rude guerriero. La bellezza di questa città e di questo paese è veramente superiore a ogni espressione. Essa si sottrae alla parola e alla fotografia, è troppo varia, troppo difficile da afferrare nel suo complesso, troppo inesauribile; un pittore che volesse rappresentare Rio nel suo insieme, nei suoi mille colori e nelle sue mille scene, non arriverebbe a fine in tutta la sua vita. Qui la natura ha riunito in un capriccio unico per prodigalità tutti gli elementi della bellezza del paesaggio, ha riunito in uno spazio ristretto tutto ciò che di solito dissemina avaramente su interi paesi. Qui c'è il mare, ma il mare in tutte le sue forme e i suoi colori, il mare che spumeggia verde sulla spiaggia di Copacabana giungendo dalle distanze infinite dell'Atlantico, il mare che spumeggia terribile contro le rocce di Gavea, il mare che avvolge come in un abbraccio le isole sparse e il lido piatto di Nicteroi. Ci sono dei monti, ma ogni vetta ed ogni pendio ha forma diversa, ripido, grigio e roccioso l'uno, morbido e coperto di verde l'altro, il Pao de Assticar precipitoso e aguzzo, l'altura di Gavea come appiattita da un gigantesco martello; altrove si leva tormentata e seghettata la catena del Dedo de Deus, il Dito di Dio. Ciascuno serba la propria forma, eppure tutti sono riuniti come in una cerchia fraterna. Vi sono laghi come la Lagoa de Freitas e il lago di Tijuca che rispecchiano i monti, il paesaggio e contemporaneamente le luci elettriche della città; vi sono cascate che precipitano fredde e spumeggianti dalle rocce, vi sono torrenti e fiumi, v'è l'acqua in tutte le sue inafferrabili forme. C'è verde in tutti i toni, la foresta vergine confina con la città toccandola con le sue lussureggianti liane e col sottobosco impenetrabile, ci sono parchi e giardini ben curati che, in apparente disordine eppure saviamente ordinati, riuniscono ogni albero, ogni frutto, ogni cespuglio dei Tropici. Dovunque la natura è lussureggiante eppure armonica; ed in mezzo alla natura sorge la città, vera foresta di pietra, coi suoi grattacieli e palazzi coi viali e le piazze e i vicoli di aspetto e di colore orientale, con le capanne dei negri e i giganteschi ministeri, con le spiagge e i casinò: insieme una città di lusso, una cittaporto, una città d'affari, una città di forestieri, una città industriale, una città di impiegati. E sopra tutto ciò un cielo beato, azzurrissimo di giorno come una colossale tenda e disseminato durante la notte di costellazioni australi; dovunque si volga, lo sguardo è sempre di nuovo allietato.

Non esiste sulla terra una città più bella (chi l'ha vista una volta non mi contraddirà) e non ne esiste una più difficile da conoscere e da cogliere con un solo sguardo. Non si finisce mai di conoscerla. Già il mare



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