Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina by Ilan Pappé

Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina by Ilan Pappé

autore:Ilan Pappé [Pappé, Ilan]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2024-08-06T07:46:31+00:00


9. Dopo la Nakba: Israele e Palestina,

1948-1967

Come possiamo vedere dai timidi e in definitiva inutili tentativi delle Nazioni Unite di evitare con mezzi diplomatici la pulizia etnica della Palestina, riguardo a quest’ultima Israele la fece franca. Nessuno lo condannò per i palesi crimini contro l’umanità. Ciò non era certo dovuto alla mancanza di informazioni. Giornalisti, inviati della Croce Rossa Internazionale, rappresentanti dell’ONU e altri stilarono resoconti espliciti e dettagliati su ciò che accadeva sul campo, raccontando le epidemie di tifo, malaria e scorbuto. Ma questi resoconti non raggiunsero mai il grande pubblico, a causa delle decisioni prese dai piani alti.

Israele ha una visione peculiare del diritto e delle convenzioni internazionali: ciò che conta è il modo in cui i leader politici israeliani interpretano le posizioni individuali assunte in seno alle Nazioni Unite o ad altri organismi internazionali. Le intenzioni della comunità internazionale semplicemente non contano. Israele interpretò il silenzio e l’inazione durante la Nakba come un via libera per continuare a usare la pulizia etnica come mezzo per stabilire e rafforzare lo Stato israeliano e la sua sicurezza nazionale. Dopotutto, nessuno cercò di fermarli la prima volta. La pulizia etnica della Palestina attuata a partire dal 1948, un processo che continua ancora oggi, è chiamata dai palestinesi al-Nakba al-Mustamirra, ‘la catastrofe costante’.

L’uso sistematico di metodi di pulizia etnica da parte di Israele contro i palestinesi ha convinto ancora di più gli studiosi a caratterizzarlo come una società coloniale insediativa. Come hanno sostenuto gli studiosi del colonialismo insediativo, la colonizzazione non è un evento isolato – la semplice conquista della terra –, bensì una struttura costante per agevolare l’espropriazione fintantoché resta in vita il progetto coloniale insediativo. La popolazione indigena deve rimanere in una posizione subordinata fino a quando la società autoctona non sarà stata distrutta, con la morte o mediante l’allontanamento, o fino a quando i colonizzatori non si ritireranno dal progetto e saranno disposti, come lo furono i bianchi in Sudafrica, a far parte di un paese decolonizzato.

In Israele, la pulizia etnica continuò tra il 1948 e il 1967, quando scoppiò la guerra dei Sei giorni, un conflitto che vide la distruzione di molti villaggi palestinesi. Ciononostante, i palestinesi divennero una minoranza numerosa all’interno dello Stato ebraico, costituendo circa il 17 per cento della popolazione. Questa percentuale sarebbe salita al 20 per cento dopo l’annessione da parte di Israele di Gerusalemme Est e delle alture del Golan, come vedremo.



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