Il regno nel sole by John Julius Norwich;

Il regno nel sole by John Julius Norwich;

autore:John Julius Norwich; [Norwich;, John Julius]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838944833
editore: edigita
pubblicato: 2022-10-14T22:00:00+00:00


Capitolo XIII

La fine di un regno

Civis obit, inquit, multum maioribus impar

nosse modum juris, sed in hoc tamen utilis aevo.1

Dall’orazione funebre pronunciata da

CATONE in occasione della morte di

Pompeo, secondo la versione datane da

Lucano nella Pharsalia e citata, secondo

Ugo Falcando, dal vescovo designato

di Siracusa in occasione della morte

di Guglielmo I.

Le insurrezioni nel cuore della Sicilia e in Puglia furono gravi, ma di breve durata. Le prime non avevano costituito tanto una minaccia diretta contro il re, ma si erano rivelate piuttosto preoccupanti per l’aspetto minacciosamente confessionale che avevano assunto. I due primi responsabili di esse, Tancredi di Lecce e Ruggero Sclavo, erano fuggiti appena in tempo da Caccamo e si erano rifugiati nel sud dell’isola, occupando Piazza2 e Butera e incitando le comunità longobarde3 contro i contadini musulmani. Il terrore causato da queste lotte confessionali si propagò fino a Catania e a Siracusa. In molte zone, i saraceni si sottrassero al massacro fingendosi cristiani e fuggendo. Anche quando l’ordine fu ristabilito, pochi furono quelli che fecero ritorno alle loro case.

Anche il continente era nuovamente in fermento. Roberto di Loritello si era spinto, attraverso la Basilicata, fino a Taranto e Oriolo; Andrea di Rupecanina andava fomentando una rivolta in Campania; Salerno, ribelle per la prima volta, si era unita agli insorti; ed ora anche la Calabria, la più sicura tra tutte le regioni soggette al re, stava prendendo le armi contro il sovrano per istigazione della contessa Clemenza, che voleva forse vendicare le pene inflitte al suo amante. In tutta la penisola solo pochi baroni erano rimasti fedeli: uomini come Boemondo di Manoppello e il cugino della regina, Gilberto conte di Gravina, i quali, malgrado la loro complicità nella congiura contro Maione, erano stati di recente riammessi nel favore del re.

Ma per disperata che potesse diventare la situazione sul continente, bisognava prima porre rimedio a quella della Sicilia stessa. A Guglielmo non rimaneva altra scelta che fare appello alla fedeltà di Gilberto, perché facesse fronte come meglio poteva alle insurrezioni nell’Italia meridionale, servendosi dei vari contingenti dell’esercito regio dislocati sul continente, mentre il re stesso muoveva contro Tancredi e Ruggero Sclavo. Per la fine di aprile era di nuovo in campo. Dopo un assedio durato poche settimane, Piazza fu saccheggiata e rasa al suolo. Il prossimo obiettivo, Butera, si presentava come un problema assai più arduo. Tuttavia l’inverno era già alle porte quando la scarsità di provviste e il malcontento sempre più diffuso tra la popolazione civile, persuasero i ribelli ad arrendersi a condizione di aver salva la vita e di ottenere salvacondotti per recarsi in volontario esilio. Guglielmo accettò le loro condizioni e li lasciò andare, ma per la cittadina che, in cinque anni, lo aveva tradito due volte, non ebbe pietà. A Natale, la superba montagna sulla quale una volta sorgeva Butera non recava sulla cima che un mucchio di rovine fumanti.

Dopo una breve sosta a Palermo per celebrare la festività e fare i preparativi per la nuova campagna, il re attraversò lo stretto sbarcando sul continente agli inizi di marzo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.