Calabria grande e amara (Italian Edition) by Leonida Repaci

Calabria grande e amara (Italian Edition) by Leonida Repaci

autore:Leonida Repaci [Repaci, Leonida]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788849842852
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2014-09-22T04:00:00+00:00


Crotone 1949

Si incontrano con troppa frequenza, a Crotone, giovani, adulti, ma specialmente ragazzi, con le palpebre gonfie irritate purulente, bagnate da un umore che si sparge sull’occhio come una poltiglia rossa. Sono i malati di tracoma, un flagello dei paesi poveri. Il germe di questa terribile malattia che sostituisce una piaga proliferante, e poi una cicatrice, all’occhio vivo, non è stato ancora, ch’io mi sappia, scoperto. Pare che esso sia infettivo, e, a questo proposito, vien fatto di ricordare che gli storici hanno attribuito a tracoma l’epidemia da cui fu colpita l’armata napoleonica in Egitto. L’unica cosa positiva è che il tracoma alligna e prospera negli ambienti dove la sporcizia regna sovrana. Paese socialmente ed economicamente depresso, organicamente deperito, la Calabria si presenta nelle migliori condizioni per prendere e diffondere il tracoma.

All’interno del Crotonese ci sono interi paesi raggiunti da questa infezione che è da mettere in relazione alle condizioni di vita della popolazione, costretta a fare a meno di tutto, a mangiare pane quando c’è, erbe selvatiche, se le trova, a bere acqua di fosso o di rigagnolo, in cui si mescolano veleni di zolle infette e di carogne, a dormire in tane di roccia, accanto alle bestie, in sordida degradante promiscuità. Può invece sorprendere di trovare tanti tracomatosi a Crotone, città di baroni miliardari, arrivata a un discreto tenore di vita, almeno in apparenza, ed ecco perché mi sono indotto a fare un’indagine sulle condizioni sanitarie della popolazione.

Di quale volume d’acqua dispone Crotone? La risposta è poco lieta. La città è praticamente senz’acqua. Essa è rifornita da un vecchio acquedotto che porta fin qui l’acqua della Sila. Ma ne porta pochissima, un filo, quanto basta per riempire le cannelle un’ora al giorno. L’acqua è data quindi a turno, un’ora al giorno, d’inverno. Durante l’estate le condizioni idriche peggiorano notevolmente. L’acqua arriva solo al primo piano delle abitazioni e sembra debba cessare da un momento all’altro.

La preoccupante situazione ha mosso l’amministrazione Messinetti a sollecitare la costruzione di un nuovo acquedotto che andasse incontro ai bisogni dell’accresciuta popolazione. L’acquedotto fu approvato, furono spesi 250 milioni per impostare il lavoro. Occorrevano altri 750 milioni per compier l’opera. Fu allora che il Ministro Tupini pensò bene di escludere l’acquedotto dal piano dei contributi in base all’ultima legge Tupini-Porzio. I lavori si sono arenati, e, per il momento, non c’è nessun accenno di ripresa. Pare che Tupini abbia promesso di trovare i soldi nei fondi ERP. Se la promessa non fosse mantenuta, l’Amministrazione popolare sarebbe costretta ad affidare l’appalto a una società privata.

Dopo una breve indagine sull’acqua ho fatto una capatina all’Ospedale della città dove affluiscono malati di ventotto comuni. Bisogna premettere che l’intero settore ospedaliero dell’intera Regione è in condizioni disastrose. Per una popolazione di oltre due milioni non ci sono che 23 ospedali con 1233 letti, ossia un letto per 1700 abitanti, mentre la media nazionale, per se stessa bassissima, dà da tre a sei posti letto per ogni 1000 abitanti. L’Ospedale di Crotone, per una popolazione di 37.000 abitanti, ha 95 letti, un reparto medico, un reparto chirurgia e un reparto maternità.



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