Caos calmo by Sandro Veronesi

Caos calmo by Sandro Veronesi

autore:Sandro Veronesi [Veronesi, Sandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858770009
Google: oBJKCAAAQBAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 2015-04-10T22:00:00+00:00


21

Ora va decisamente meglio, ma stamattina...

Stamattina, prima dell'alba, quando mi sono svegliato sul divano, Carlo non c’era più, e con lui erano spariti l'oppio e l'armamentario usato per fumarlo. Mi sono alzato per andare in camera ma mi sono accorto che stavo malissimo, e sono dovuto correre in bagno, a vomitare. E mentre ero lì che vomitavo, abbracciato alla tazza del cesso, ho visto Dylan che mi guardava dalla porta socchiusa - costernato, si sarebbe detto. È stato un attimo, Dylan è subito sparito, ma in quell'attimo mi sono vergognato come mai nella mia vita, e mi è sembrato letteralmente impossibile riuscire a convivere con tanta vergogna.

Per come mi sono sentito sporco, in quel momento, e stupido, e indegno perfino della pietà di un cane, avrei preferito sprofondare nel mio vomito giù per il cesso come in quella scena di Trainspotting piuttosto che uscire dal bagno e incrociare magari lo sguardo di Mac, la tata di Claudia, che si alza sempre prima dell'alba ed è pura di cuore. Svegliare Claudia, fare colazione insieme a lei, portarla a scuola e restare qui davanti ad aspettarla come tutti i giorni mi è sembrato d'un tratto l'Eden perduto. Era tutto molto chiaro, in quel momento: io non ero degno di occuparmi di mia figlia; prima o poi quella verità sarebbe venuta a galla; prima o poi avrei commesso qualcosa di terribile.

Poi, come accade, questa sensazione ha cominciato a farsi più debole, molto meno netta, io ho smesso di vomitare e quando mi sono alzato in piedi mi sono accorto che le gambe mi reggevano e c’era ancora un futuro davanti a me. Un colpo di sciacquone e il vomito se n'è andato via in un gorgo verdognolo; mio malgrado, ho cominciato a credere che avrei potuto farla franca. Ho chiuso a chiave la porta, ho riempito di acqua calda la vasca, mi sono spogliato, mi sono immerso nella vasca e mi sono lavato con accanimento, utilizzando tutti i prodotti che avevo a portata di mano. Poi mi sono asciugato nell'accappatoio morbido, mi sono sbarbato con cura, ho indossato biancheria e camicia di bucato, un abito grigio perfettamente stirato, scarpe lucide, la cravatta più bella che ho, e così, facendo ricorso a tutto il meglio di cui potessi disporre, ho cominciato a sentire dentro di me il coraggio di andare avanti. Era una specie di inganno, certo, ma funzionava: l'abito faceva il monaco. Nel frattempo spuntava il sole - un sole violento, assurdo per essere ottobre inoltrato. Ho guardato fuori dalla finestra del salotto, giù in strada, le persone che si affrettavano per andare al lavoro, e mi sono sentito peggiore di tutte loro, sì, ma non al punto di non potermici più nemmeno mescolare. Ho portato fuori Dylan, l'ho osservato cacare nella posa tremante e ridicola che assumono i cani quando cacano, e mentre raccoglievo la sua cacca dal marciapiede ho pensato che in fatto di atteggiamenti sconvenienti non era certo lui che poteva farmi la morale. Tornato in casa ho affrontato Mac,



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