carlo by Jacq

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autore:Jacq [Jacq]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


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Ma questo esercizio del potere in modo larvato non si confà alla mentalità egizia. Hatshepsut si decide quindi a essere re. E si sottolinea la parola «re» e non «regina», in quanto Hatshepsut assumerà caratteristiche maschili che faranno di lei un faraone come gli altri. La mutazione avviene per tappe. All'inizio, pur essendo rappresentata con attributi femminili, ella si afferma come faraone. Poi adotta il costume maschile, il protocollo dei re, sopprime la desinenza femminile nei suoi nomi e nei suoi titoli e porta la barba posticcia e la doppia corona. Due anni dopo la morte di Thutmosi II, Hatshepsut agisce già in qualità di capo dello Stato. Essa si preoccupa di legittimare il proprio potere, spiegando che suo padre, l'amato Thutmosi I, l'ha scelta come regina.

I testi affermano che Hatshepsut, figlia del dio Amon, che si faceva garante della sua presa di potere, diresse gli affari dello Stato secondo i propri piani. Il paese si inchinò davanti a lei. Ella era il cavo che alava il Basso Egitto, il palo al quale si ormeggiava l'Alto Egitto, il timone del Delta. Tali immagini, prese dal gergo marinaresco, ricordano l'espressione «la nave dello Stato», di cui Hatshepsut orientò effettivamente la rotta. Grazie ai suoi eccellenti ordini, le Due Terre vissero in pace.

Hatshepsut era una donna molto attraente. Uno dei suoi ritratti più belli è costituito da una sfinge dalla testa umana esposta al Metropo-litan Museum of Art di New York. I tratti del viso sono delicati e volitivi al tempo stesso. La mummia di Hatshepsut, che ne ha conservato i lunghi capelli, è una delle più commoventi. Nonostante la maschera della morte, si intuisce una forte personalità, un'energia potente unita al fascino di una femminilità radiosa.

Grazie all'opera dei suoi predecessori, Hatshepsut vive un'epoca di pace. Ne approfitta quindi per dedicarsi alla gestione economica del paese e soprattutto a un'intensa attività architettonica. Seduta sul trono, nel suo palazzo, la regina faraone pensa al suo creatore Amon. Il suo cuore le comanda di erigere due obelischi in onore del dio; e la sua mente si mette subito in moto, immaginando già lo stupore degli uomini quando vedranno quei monumenti. Hatshepsut è cosciente della propria impresa, che renderà eterno il suo nome. La regina fece effettivamente erigere quattro obelischi a Karnak, dove intraprese diverse costruzioni, fra cui una sala per la barca sacra interamente cir-126

condata da cappelle. Se della sua attività nel Nord del paese si sa ancora poco, è invece certo che costruì a Buhen, in Nubia, un tempio dedicato a Horo, un edificio caratterizzato dalle colonne scanalate, simili a quelle di stile dorico e la cui pianta verrà adottata per i templi greci un millennio dopo.

Ma il capolavoro della regina, il tempio che permette di «leggere» il suo regno attraverso i rilievi, è Deir el Bahari, costruito nella regione tebana in una località consacrata alla dea Hathor. Quando si visita per la prima volta l'Egitto, una delle emozioni più forti è offerta proprio dalla visione di questo tempio, dall'architettura aerea e al



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