Ci vediamo un giorno di questi by Federica Bosco

Ci vediamo un giorno di questi by Federica Bosco

autore:Federica Bosco [Bosco, Federica]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: dcd81be364b303bd671f3e2d5f1842d8bb2b363d
editore: Garzanti
pubblicato: 2017-08-28T22:00:00+00:00


12.

La prima settimana fu devastante.

Poi, come per tutte le cose, cominciammo ad abituarci.

Andavamo a trovarla a turno, per pochissimo tempo e solo quando il dottor Sarti, a seconda delle analisi, lo riteneva opportuno.

Era un uomo generoso e sosteneva che l’umore fosse fondamentale nel percorso della guarigione, per questo evitava di essere troppo rigido, in un contesto che già rasentava l’isolamento in un carcere di massima sicurezza.

Ma Cate era sempre Cate e se le davi un dito era ovvio che tentasse di portarsi via braccio e spalla, quindi una volta erano dieci minuti di più, un’altra un bacio nel collo a Gab, un’altra una sigaretta fumata di nascosto in bagno.

Era una peste, era Pippi Calzelunghe, era Kevin di Mamma ho perso l’aereo, e dovevi tenerla sotto controllo, altrimenti te la vedevi sparire da sotto il naso.

Il suo umore comunque era alto, anche se era fiacca e debole, con le occhiaie nere e il foulard in testa perché i capelli si erano diradati molto e glieli avevano rasati. Era sempre piena di voglia di starti ad ascoltare e faceva un sacco di progetti per il futuro.

Riusciva a organizzare la programmazione del centro anche da lì, nonostante le fosse stato raccomandato di riposare il più possibile, e il peggio è che ogni tanto faceva dei trattamenti di riflessologia alle altre pazienti.

Per non parlare del fatto che in camera sua si era creato un viavai assurdo di degenti e infermiere che si facevano leggere le carte.

Fu lì che il dottor Sarti decise che era il momento di intervenire, e mi chiamò perché assistessi alla sgridata credendo che fosse più efficace.

Non conosceva Cate.

Nessuno era mai riuscito a spaventarla.

«Gianfranco, io mi annoio a stare qui dentro, mettitelo in testa!»

«Guarda, fosse per me ti farei uscire oggi, ma guarda caso non puoi!»

«Che palle che sei! Per due persone che sono venute a trovarmi, e capirai! Non parlo più con nessuno, e il wi-fi qui funziona malissimo, che devo fare, la maglia?»

«Ecco, quella sarebbe un’idea brillantissima, un’occupazione sana e ricreativa! E non sono venute due persone, ne sono venute almeno sedici!»

Sorridevo.

Mi piaceva questo battibeccarsi fra loro.

Li vedevo in una bella sintonia. Cate avrebbe avuto bisogno di un uomo solido, forte e protettivo a cui appoggiarsi.

Peccato per quella fede gigante che stringeva il dito del dottore.

Quando ci lasciò soli, Cate mi prese da parte e mi guardò con aria solenne.

«Ludo, ho deciso che devi uscire di più.»

«Ah sì?»

«Sì. Dopo la storiaccia con lo stronzo, hai bisogno di distrarti e non puoi stare tutte le sere a casa in compagnia di un adolescente innamorato e di un cane disabile, e tutto per colpa mia, no, non se ne parla!»

«Ah!» risposi fingendo che la sua idea non fosse folle, una tattica che utilizzavo spesso per prendere tempo.

«Ti ho aperto un account su Tinder.»

«No, non è vero!» le risposi serissima scuotendo rapidamente la testa. «Non hai fatto una cosa del genere.»

«Sì invece, e stai avendo anche un sacco di successo.»

«Oddio no, ma che figura mi fai fare!» risposi prendendo il mio telefonino come se ce l’avessi io l’app.



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