Club by Bill James

Club by Bill James

autore:Bill James [James, Bill]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


24

Per ragioni di sicurezza, Winston non si presentò armi e bagagli direttamente al Monty, ma fece tappa a casa di Chitty; e adesso, mentre andava a prenderlo con la propria auto, Ember decise che quel furgone blu, un vecchio modello Citroën, lo stava seguendo. Ed ecco subito il sudore, gli scorreva lungo la schiena come fili di ferro freddi, e scendeva giù fino all’altezza della cintura dei calzoni. Erano passati dieci anni dall’ultima volta in cui aveva guidato prestando più attenzione allo specchietto retrovisore che alla strada, cercando di identificare ciò che si trovava alle sue spalle. Bisognava essere giovani e bellicosi per eccitarsi in questo modo. Ma come cavolo aveva fatto a farsi risucchiare in una cosa del genere? Tutta colpa del costo della vita.

E poi c’era una parte di lui che ribolliva d’orgoglio perché veniva fatto oggetto di tali attenzioni, anche se solo da un Citroën che manco camminava: specialmente poi se questi qui avevano deciso che era lui El Cervelo de la Banda. Fare lo sguattero al Monty, e la famiglia, e la scuola delle ragazze: risultava noioso, di tanto in tanto, per un uomo che aveva assaporato la lotta e conosciuto gente che faceva le cose in grande. Il furgone ora si avvicinava, ora spariva del tutto. Per quello che riusciva a distinguere al buio, a bordo c’era soltanto il guidatore: magro, piccoletto e a lui sconosciuto. Forse con gli occhiali, forse coi baffetti, ma quelle potevano essere ombre. Che ci faceva lì il presidente Truman? Provò orgoglio per la sua capacità di fare dello spirito nonostante tutto. Lui venerava la spiritosaggine in quanto parte di un raffinato saper vivere: era un qualcosa cui cercava di rendere sensibili le proprie figlie. Avrebbero dovuto trovare spirito e distacco nella gente che lui sperava finissero con lo sposare, dopo aver frequentato quella scuola: che altrimenti si sarebbe rivelata una perdita di tempo e di soldi maggiore di quanto Ember già non sospettasse.

Certo, forse era uno scherzo della sua immaginazione, possibilmente sto furgone faceva la sua stessa strada e basta. Ma il sudore continuava a pompare, ed era meglio rispettare il sudore perché quella era la natura che trovava espressione. Sta schifosissima Montego lo aveva fatto sgamare. Aveva ragione Oliver Il Compassionevole, l’avevano identificato attraverso la targa. Cristo che bello, cioè ogni volta che ci andava in giro era come una bara dentro il carro funebre con i gigli attorno.

Forse sto scimunito del Citroën non era poi tanto piccoletto, ma stava tutto piegato per nascondere la faccia. E dentro il furgone che cosa c’era? I furgoni sono un enigma. Per caso aveva le sospensioni posteriori basse? Ogni tanto permetteva a se stesso di credere ai ragazzi quando gli dicevano che quel soprannome, Panico, gli faceva torto. In questo momento, però, con il furgone che avanzava di soppiatto e poi a un certo punto gli soffiava sul collo, con quei fari del cazzo che lo perseguitavano, doveva riconoscere che quell’etichetta non avrebbe potuto essere più legittima. Quando si riduceva a



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