Come due gocce d'acqua by Christine Nostlinger

Come due gocce d'acqua by Christine Nostlinger

autore:Christine Nostlinger [Nostlinger, Christine]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T07:37:14+00:00


crosta marrone scuro. Il piano del fornello era rivestito di una pellicola piena di bollicine.

Florian aprì la finestra, Marion spense il gas sfrigolante e la ragazza prese il pentolino con una presina e lo tenne sotto il rubinetto aperto.

— Si chiama Sandra, — disse Florian a Marion. — E ha un anno meno di te. Non ha molto tempo, abita dalla nonna, che è severa e la crede a messa. Quella che finisce alle dieci e mezza.

Marion si stava dando da fare con la spugnetta intorno al fornello impiastricciato.

Pensava: «Questa Sandra abita da sua nonna. Mio padre non sta di certo con sua madre!»

Sandra le porse il flacone di detergente al limone.

— Con questo fai prima, — disse.

Marion lo prese. Per un attimo la sua mano destra fu vicinissima alla mano destra di Sandra. Erano identiche, come due gocce d’acqua: dita sottili, polsi robusti, il mignolo leggermente storto, l’anulare un po’ troppo lungo e la lunetta chiara sull’unghia del pollice.

— E di cognome come ti chiami? — chiese Marion.

— Müller, — rispose Sandra.

Marion schizzò il detergente sul fornello. Pensò: «Allora mio padre non l’ha sposata, sua madre!»

Anche Sandra aveva notato la straordinaria somiglianza delle mani. Avvicinò la mano sinistra alla destra di Sandra:

— Potrebbero essere della stessa persona, — borbottò.

Marion fissava le due mani chiedendosi come sarebbe andata a finire quella visita a sorpresa.

Florian era seduto al tavolo, di nuovo sopraffatto dalla delusione. Era andato in giro una settimana intera per trovare questa Sandra, buttando via tutto il suo tempo libero, aveva suonato a una buona cinquantina di portinerie, inventando scuse sempre nuove, il giorno prima aveva fatto la guardia per due ore su un pianerottolo buio e puzzolente prima di riuscire a ripescarla…! Un po’ di considerazione e di gratitudine pensava di essersele guadagnate, no? O almeno che Marion si scusasse per non avergli creduto. Non s’era fatto in quattro per tutta la settimana perché lei avesse qualcuno che l’aiutasse a pulire la cucina! Perché mai quelle due oche se ne stavano lì a saltellare intorno al fornello? Perché non si rimiravano con grida di ammirazione? Non strillavano stupefatte che una simile somiglianza fosse possibile?

In quel momento si sentì sbattere la porta di casa, poi la voce di Julian che gridava:

— Ehi, Marion, come mai la porta è spalancata? Subito dopo dalla porta della cucina si affacciò uno sbadigliante Julian, arruffato, scalzo e in pigiama a righe. Si strofinò gli occhi, guardò Sandra e disse:

— Beh, in un certo senso è impressionante. Ma solo uno che non ti conosce bene, e per di più miope, potrebbe scambiarvi. Che scemenza, ma che sosia! Conosco un sacco di sorelle che si somigliano così!

Marion fece un passo avanti e gli montò sul ditone del piede. Voleva dire: «Sta’

zitto, con la “sorella”! Lei non ne sa niente e bisogna dirglielo con tatto! E Florian non c’entra niente!»

Julian strillò e tenendosi il piede con le mani saltellò fino al tavolo. Si lasciò cadere sulla panchetta di fianco a Florian, poi gli chiese:

— E tu



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