Comunione e liberazione by Salvatore Abbruzzese

Comunione e liberazione by Salvatore Abbruzzese

autore:Salvatore, Abbruzzese [Abbruzzese, Salvatore]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815228918
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


Il primato del problema antropologico

Tra le aggressioni e la vittoria elettorale si inserisce un articolo di Pier Paolo Pasolini che, pubblicato sul «Corriere della Sera» del primo febbraio 1975 e intitolato Il vuoto del potere in Italia, costituisce un fatto culturale destinato ad avere una vasta eco nel movimento. «Non siamo più di fronte – scrive Pasolini – a tempi nuovi ma a una nuova epoca della storia umana [...] gli italiani [...] sono divenuti in pochi anni (specie nel centro-sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta soltanto uscire per strada per capirlo [...] Oggi in realtà in Italia c’è un drammatico vuoto di potere.» Per l’autore de Le ceneri di Gramsci il potere democristiano continua ancora a felicitarsi del collateralismo ecclesiastico e non si rende conto, oramai, che il Vaticano rappresenta solo l’ala contadina «più retrograda e povera» del paese. Lo stesso potere democristiano si ritiene pago del suo controllo sulle Forze armate contro tentativi golpisti e non si rende conto di come la potenza bellica stia prendendo le forme di eserciti transnazionali; ancora, questi si tranquillizza con l’esaltazione della famiglia e non vede come questa non esista più. Il pensiero di Pasolini può essere proseguito in toni chiaramente religiosi. In effetti la crisi della famiglia è sancita con l’introduzione del divorzio, che la vede per quello che oramai è di fatto: un’unione profana rimessa nelle mani dei singoli. Quindi non più cellula di un universo sociale più vasto, capace di trasmettere da una generazione all’altra una cultura e una memoria, ma solo opzione relazionale libera di una coppia di soggetti legalmente, realmente e costantemente separabili l’uno dall’altro. L’Italia cattolica e quella laicamente etica, familiare, praticante e quella bonariamente anticlericale se n’è andata via in una notte d’estate, come le lucciole. Per questa strada don Giussani e Giorgio Strehler sono entrambi uomini del passato. La Brianza scompare nelle sue fabbriche tessili «orgoglio dei desiani», nei suoi sacerdoti in tonaca e nei suoi socialisti generosi. Tutto si dissolve e sbiadisce, scavalcato e sorpassato da nuove emergenze che sono già inevitabilmente – per Pasolini ma anche per don Giussani – «un nuovo ordine internazionale» nel quale scompare ogni identità possibile.

Questo articolo di Pasolini, che di fatto introduce a quella che, più tardi, sarà recepita come la riflessione sulla postmodernità, si inserisce nel dibattito interno al movimento di Cl e viene riprodotto e diffuso in tutte le comunità cittadine. Esso contribuisce a dare un’interpretazione diversa della sconfitta della Dc. Il partito di De Gasperi che, ancora vent’anni prima, sfiorava il 50% dei consensi è oramai sceso al 34%, tallonato da un Pci giunto ormai al 32%. Con esso scolorisce anche un’Italia cattolica che si è scoperta pesantemente minoritaria già con la sconfitta referendaria sul divorzio dell’anno precedente. Il pilastro della famiglia cattolica ormai non è condiviso che dal 32% degli italiani.

Don Giussani non può che ripiegarsi furente sulle sue intuizioni originarie: l’assoluta inoperatività pratica della dimensione religiosa cosi com’è comunemente praticata, e la necessità di vivificare la fede, di «educare alla fede».



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