La paranza dei bambini by Roberto Saviano

La paranza dei bambini by Roberto Saviano

autore:Roberto Saviano [Saviano, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub, azw3, mobi
ISBN: 9788858826591
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2016-10-20T22:00:00+00:00


Zoo

’O Maraja era felicissimo. Aveva ottenuto esattamente ciò che voleva: don Vittorio in persona aveva riconosciuto che aveva la stoffa del capo di paranza, ma soprattutto gli avrebbe consentito l’accesso alla santabarbara. Saltava sul motorino come se un’energia da dentro lo caricasse a molla, filava veloce per tornare al centro e con un sorriso stampato sulla faccia mandò un messaggio alla chat su WhatsApp:

Maraja

Guagliù è fatta: teniamo le ali!

Lollipop

Adda murì mammà!

Drago’

He’ scassat i ciesse

Biscottino

Grande

Tucano

Sei meglio della Redbulle!

Era così elettrizzato e in ansia che non ce l’avrebbe mai fatta ad andare da Letizia o al covo, figurarsi a tornare a casa, perciò pensò di chiudere quella giornata facendosi un altro tatuaggio. Ne aveva uno sull’avambraccio destro con la sua iniziale e quella di Letizia intrecciate a una rosa con le spine, mentre sul petto campeggiava in corsivo, fra riccioli, grazie e una bomba a mano, “Maraja”. Adesso aveva già in mente con precisione quale disegno farsi incidere e dove.

Si fermò al laboratorio di Totò Ronaldinho ed entrò di prepotenza come al solito, mentre quello stava lavorando su un altro cliente: – Ua’, Totò! Mi devi fare le ali!

– Che?

– Mi devi fare le ali, delle ali qua dietro, – e si indicò tutta la schiena, a dargli a intendere che il disegno doveva coprirla tutta.

– Che tipo di ali?

– Ali da arcangelo.

– Da angelo?

– No, no d’angelo: ali da arcangelo.

Nicolas conosceva bene la differenza, perché il manuale di storia dell’arte traboccava di Annunciazioni e pale d’altare con arcangeli dalle grandi ali fiammeggianti, e durante la gita di classe a Firenze qualche mese prima le aveva viste anche dal vivo, quelle ali allegre che però mettevano paura persino ai draghi.

Nicolas scrisse su WhatsApp: “Guagliò, mi sto facendo le ali dietro la schiena. Venite pure voi”. Poi mostrò a Totò sul cellulare l’immagine di un dipinto del Trecento che ritraeva un san Michele dalle ali nere e scarlatte e gli disse che le doveva fare così, “preciso”.

– Ma queste ci metto tre giorni a farle, – obiettò Totò, che era abituato a lavorare con i disegni dei suoi cataloghi.

– Ce ne metterai uno. Iniziamo a fà oggi e poi lo devi fare pure a un po’ di compagni miei. Però ci fai un prezzo buono.

– Certo Maraja, ce mancasse.

I giorni successivi li trascorsero entrando e uscendo dal laboratorio del tatuatore, che gli tagliava la carne dietro la schiena e la incideva con mano leggera, attenta. Perché Totò un po’ s’era appassionato a sto lavoro che chiedeva un minimo di creatività e allora gli era venuta pure la curiosità di sapere: – Che significato hanno queste ali per te? – gli chiese mentre faceva penetrare l’inchiostro nella pelle sottile sopra le scapole. – Pecché tutti i compagni tuoi se le fanno?

A Nicolas la domanda non dispiaceva, i simboli erano fondamentali, però era ugualmente importante che tutti li potessero decifrare, dovevano essere chiari proprio come gli affreschi sui muri delle chiese, che quando vedevi un santo con le chiavi in mano subito sapevi che era san Pietro.



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