Diversi by Gian Antonio Stella

Diversi by Gian Antonio Stella

autore:Gian Antonio Stella [Stella, Gian Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2019-01-22T16:00:00+00:00


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Dai nani dei faraoni a Tyrion del Trono di spade.

Millenni di disabili, «fenomeni» e mostri in mostra

Spingere un cane a scodinzolare è politicamente corretto? Per sette anni il celeberrimo attore Hugh Jackman si tormentò col regista e il produttore del musical The Greatest Showman, così ha raccontato in un’intervista, intorno a un dubbio che gli toglieva il sonno: era corretto stressare dei poveri animali per il film sul mitico Phineas T. Barnum del 2017? No, si risposero. E alla fine rimasero due scene: una con un cavallo montato dal Generale Tom Thumb, cioè il nano Charles Stratton lanciato nel firmamento dello spettacolo come la caricatura di Napoleone e di Cupido, e un cocker spaniel dalle orecchie nere seduto accanto alla regina Vittoria nel ricevimento della compagnia dei circensi a Buckingham Palace. «Ma a parte loro» chiuse soddisfatto l’attore hollywoodiano «nessun animale.» Salvo quelli rifatti col computer. Avatar da laboratorio.

Non sta bene mostrare gli animali al circo. Tanto più nella società americana dove yelp.com pubblica una specie di guida Michelin di centinaia di alberghi per cani, gatti, iguana e così via, e dove al «D Pet Hotel Chelsea» di New York la suite per un cane o un gatto con chef specializzato e personal trainer (personal trainer!) costa 200 dollari a notte. Per non dire di eccentricità demenziali come quella di Barbra Streisand che ha rivelato nel 2018 alla rivista «Variety» di aver fatto clonare l’adorata cagnetta Samantha così da poterla sostituire, dopo la dipartita, con le cagnoline Miss Violet e Miss Scarlett, costate circa 50mila dollari. L’una. Al cuor non si comanda.

Ed è lì l’insopportabile scelta di The Greatest Showman. Da una parte l’ipocrita «rispetto» politically correct (lodato da varie associazioni animaliste) per le povere bestie da non turbare, dall’altra l’abuso spensieratamente cinico dei disabili portati sulla scena: curiosities. Come se le storie di tanti «imperfetti» raccontate in film straordinari e finalmente rispettosi quali Figli di un dio minore, Il mio piede sinistro o The Elephant Man fossero scivolate via senza lasciare traccia…

C’è chi dirà che no, che The Greatest Showman è solo un musical e insomma, uffa, non facciamola tanto grossa. Che i casi più estremi di «fenomeni umani» sono stati in realtà mostrati nel film quasi di striscio in poche scene di gruppo… E che il decoro della pellicola è salvato dalla canzone di Keala Settle, la quale veste i panni della donna barbuta: «Conosco bene l’oscurità / nasconditi, dicono / perché non vogliamo la tua mostruosità / ho imparato a vergognarmi delle mie cicatrici / va via, dicono. Nessuno ti amerà mai per quello che sei / ma non mi faranno crollare. / So che c’è un posto per noi / perché siamo magnifici / se cercano di ferirmi con parole taglienti / scatenerò un diluvio che le annegherà / ho coraggio e ho lividi. / Sono come devo essere…». Possono bastare quelle parole? Mah…

La sintesi è nell’incontro di Barnum con Charles Stratton, il ragazzo affetto da nanismo che diventerà celebre, come dicevamo, nelle parti del Generale Tom Thumb, Cupido o Napoleone.



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