Crier's War.Iron Heart.La Dilogia by Nina Varela

Crier's War.Iron Heart.La Dilogia by Nina Varela

autore:Nina Varela
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: Juvenile Fiction, Fantascienza & Fantasy
ISBN: 9788835729846
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-05T12:00:00+00:00


2

In piedi in mezzo alla camera mentre una decina di servitrici e ancelle si dava da fare intorno a lei, Crier cercava di non sentirsi come un pezzo di legno alla deriva nel mare in tempesta.

Due ancelle le acconciavano i capelli in una corona di trecce, un’altra le truccava gli occhi e le dipingeva le labbra di un intenso viola-sangue-di-Automa, mentre innumerevoli altre entravano e uscivano con astucci rivestiti di velluto che contenevano gioielli, nastri per capelli, una spessa pasta di pietradelcuore e una vernice dorata per il corpo che sarebbe stata usata durante la cerimonia per disegnarle sulla pelle i simboli degli Artefici.

Di lì a quattro ore, Crier sarebbe stata sposata.

Al momento, fissava il proprio riflesso, immobile nel grande specchio a figura intera, mentre le servitrici umane la trasformavano in una sposa. L’ancella Malwin, alle sue spalle, lavorava alacremente ad allacciare il corpetto dell’abito, stringendole forte i lacci attorno al torace, così forte che se Crier avesse dovuto respirare con lo stesso ritmo degli umani sarebbe soffocata. Le tornò alla mente, con una sorda fitta di dolore, l’ultima volta in cui si era trovata in quella posizione mentre qualcuno le allacciava un abito. L’ultima volta in cui aveva sentito le dita di qualcuno sfiorarle le scapole nude, la nuca, il tocco di qualcuno che trasmetteva calore anche attraverso gli strati di lino e seta.

Il vestito di allora era di un pallido color argento, scampanato. Quello di adesso invece era di velluto rosso scuro, modellato sulla sua figura, lungo fino ai piedi. Era senza maniche, e Crier non avrebbe indossato né mantello né stola di seta... niente che potesse interferire con i segni cerimoniali sulle braccia, sulla fronte e sul petto sopra la scollatura del vestito. Sulla testa una delicata tiara d’oro.

Incontrò i propri occhi scuri nello specchio. Pensò che forse il suo viso appariva diverso dal solito, non solo per via del trucco. In genere aveva un’espressione neutra, controllata, le sue emozioni e le sue reazioni sempre deliberatamente misurate. Oggi però non sembrava solo neutra. Sembrava vuota. Priva di vita.

In un altro luogo del palazzo anche lo Scyre Kinok doveva essere intento a prepararsi per la cerimonia. Kinok, il suo promesso. Di lì a quattro ore, suo marito. “Per sempre.” Crier non riusciva a smettere di pensarci: il concetto di “per sempre.” Gli Automi vivevano a lungo. Nel giro di venti, cinquanta, ottant’anni, sarebbe stata ancora sposata con Kinok. Le stagioni sarebbero cambiate, suo padre sarebbe morto, Kinok avrebbe preso il suo posto come Sovrano. Per gran parte della sua vita, Crier aveva creduto che, essendo l’unica figlia di Hesod, la sua unica erede naturale, sarebbe stata lei a ereditarne il trono. Aveva creduto di conoscere il percorso che la sua vita avrebbe intrapreso: quando il padre avrebbe deciso che era pronta, sarebbe entrata a far parte del Consiglio Rosso. Avrebbe lavorato come Mano Rossa, come membro del consiglio, per decenni, facendo tutto ciò che poteva per promuovere leggi che rafforzassero la fragile relazione tra Automi e umani di Rabu.



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