Daniel Deronda by George Eliot

Daniel Deronda by George Eliot

autore:George Eliot [Eliot, George]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2018-05-21T22:00:00+00:00


24 La rivoluzione del 1688, durante la quale il parlamento allontanò Giacomo II per sostituirlo con Guglielmo d’Orange.

25 Letteralmente, ‘prurito’.

Capitolo XXXVI

Nulla pesa quanto un segreto,

le signore non sanno custodirlo a lungo:

e a questo proposito conosco anche

un buon numero di uomini che sono donne.

J. DE LA FONTAINE

Nel frattempo Deronda era stato accalappiato e condotto via da Vandernoodt, desideroso di una passeggiata più spedita, di un sigaro e di qualche pettegolezzo. Quando non possiamo rivelare a un altro i suoi stessi segreti, stare in sua compagnia diventa un limite che spesso alimenta il desiderio di fare coppia – nella conversazione – con una persona ancora più ignara; perciò, dopo qualche minuto Vandernoodt disse: «Che pezzo di batista slavata è Grandcourt! Ma ritiro la critica, se questo signore le sta simpatico».

«Per nulla al mondo», lo rassicurò Deronda.

«Lo immaginavo. C’è da chiedersi come sia potuta nascere in lui un’altra passione così forte... e deve pur provarla per sposarsi così. Però Lush, il suo amico intimo, allude al fatto che abbia sposato questa ragazza solo per testardaggine. Perdiana! Una testardaggine molto spiegabile, direi! Si potrebbe decidere di sposarla anche senza lo stimolo della contraddizione. Ma deve essersi imposto un bel salasso, eh?».

«Non sono al corrente della sua situazione economica».

«Come! Neppure delle altre case che mantiene?».

«Diplow? Naturalmente. L’ha presa da Sir Hugo, ma solo per quest’anno».

«No, non Diplow, Gadsmere. Sir Hugo lo sa, glielo assicuro».

Deronda non fiatò. In effetti cominciava a provare una certa curiosità, ma prevedeva che avrebbe saputo quel che Vandernoodt aveva da dire senza dovergli mostrare la cortesia di chiedere.

«Lush non lo ammetterebbe mai apertamente, è naturale. È un confidente, un intermediario di Grandcourt, ma io lo so da fonte certa. Pare che a Gadsmere ci sia un’altra signora con quattro bambini. Lo ha comandato a bacchetta in questi ultimi dieci anni, se non di più, e da quanto ho capito lo comanda ancora. Ha lasciato il marito per lui, e un tempo lo seguiva in tutti i suoi viaggi. Ora il marito è morto. Ho incontrato un tale dello stesso reggimento di Glasher, che la conosceva da prima che lei tagliasse la corda. Una donna focosa, con gli occhi neri – una nota bellezza, all’epoca – e questo signore la credeva morta. Dicono che tenga ancora Grandcourt in pugno ed è molto strano che non abbia sposato lei, perché hanno un bellissimo maschietto e, da quanto ho capito, Grandcourt è libero di fare quel che vuole delle sue proprietà. È stato Lush a dirmi queste cose».

«Che diritto aveva di sposare questa ragazza?», disse Deronda, disgustato.

Vandernoodt scrollò la cenere del sigaro, alzò le spalle e strinse le labbra.

«Lei non può saperne nulla», concluse Deronda in tono enfatico. Ma a questa affermazione seguì immediatamente la muta domanda: “È possibile che ne sappia qualcosa?”.

«È un quadretto piuttosto piccante», commentò Vandernoodt. «Grandcourt in mezzo a due donne focose. Questa biondina secondo me è diabolica, sono pronto a scommetterci. Mi sono formato questa opinione di lei, a Leubronn. La situazione assomiglia alla storia di Medea e di Creusa.



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