Destierro by Carlo Cazzola

Destierro by Carlo Cazzola

autore:Carlo Cazzola [Cazzola, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788895538679
editore: Zandonai
pubblicato: 2023-01-22T23:00:00+00:00


In casa, a Maratea, non c’è il telefono. Ritorno a piedi in paese e raggiungo il bar, dove la mattina bevo un altro caffè. Mi sforzo di mantenere un atteggiamento normale. Chiedo alla cassiera i gettoni e, con un gesto automatico, compongo il prefisso dell’Austria. Spero che mio fratello sia ancora in casa. Mi risponde dopo tre squilli.

«Ciao, che novità ci sono?» mi chiede Alberto con un timbro festoso della voce.

Resto in silenzio qualche secondo, schiarisco la gola e gli dico: «Boto è morta…».

La cabina priva di ventilatore mi costringe a tenere la porta socchiusa. La cornetta non trattiene il sudore dell’orecchio, che ristagna sulla plastica grigia. Le voci e il via vai dei clienti, il rumore delle sedie strascicate sul pavimento, il sibilo della macchina del caffè, l’urto delle tazzine e dei piattini fra le mani del barista, l’acqua che scroscia nel lavandino… Concedo a mio fratello appena il tempo di reagire.

«Boto è morta? Cosa dici? Come?»

Dopo una breve ricostruzione dell’accaduto, gli prometto che lo richiamerò la sera stessa. Mentre ascolto le sue ultime parole, potrei chiudere la porta della cabina e, nonostante il caldo, continuare a parlargli. Gli chiedo soltanto che avvisi lui papà e mamma. Pago il barista e, ottenute le informazioni necessarie, con passo lento mi dirigo verso il cimitero. Superata l’ultima casa del paese, la strada si ritorce e fiancheggia campi incolti, in cui sopravvivono a stento alcuni cespugli di rosmarino, circondati qua e là da una bassa vegetazione rinsecchita. Resistono meglio le ginestre. Neri copertoni accavallati alla rinfusa sottraggono ai finocchi selvatici lo spazio vitale in uno slargo confinante con la carreggiata. La rete arrugginita di un letto singolo ha perso da tempo la battaglia con un arbusto, ormai padrone assoluto della trama metallica. A giudicare dall’aspetto, un vecchio fornello da cucina giace almeno dall’ultimo inverno in mezzo alle ortiche. Oltrepasso il cartello stradale che annuncia l’inizio del paese – ovvero la fine, nel mio caso. Percorro alcune curve a gomito, prima di giungere davanti alla porta d’ingresso del cimitero, disteso in diagonale, poco discosto dalla strada. Il cancello è socchiuso. Tranne un uccello che mi sorvola a bassa quota con le ali spalancate, seguendo una sua misteriosa traiettoria, non avverto nessun’altra presenza.

In questo piccolo recinto consacrato alla morte la vita non è del tutto assente. Un glicine è cresciuto fino alla sommità del muro di cinta, laggiù. Profumano i fiori freschi nei vasi a ridosso delle croci, grazie alle premure che li mantengono in vita. Le tombe in bell’ordine esprimono la compostezza con cui i superstiti, qui, celebrano i loro morti. È un’austerità simile al tenace lavoro che il tempo impone alle cose, dopo averne eroso ogni dettaglio superfluo. In attesa di rintracciare Carmine, il guardiano del cimitero, osservo le date scolpite sotto le fotografie protette da vetri opachi. Un severo contadino mi guarda, sembra orgoglioso dei propri baffi neri. Ecco l’immagine di una donna sorridente, accanto al ritratto di un bambino, chissà dopo quanti sforzi convinto a restare fermo di fronte all’obiettivo. Mi muovo con la sensazione confusa di essere già stato fra queste tombe.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.