DEVILISH (2) by Dorotea De Spirito

autore:Dorotea De Spirito [Spirito, Dorotea De]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

mare sereno e denso; buio, luce, e io

che ci volo attraverso.

Su, su, fin quasi alla luna, poi

vedo il campanile e devo sforzarmi

per lasciarmi cadere e tornare verso

terra.

Mi appoggio a una colonnina di

pietra dell’ultimo livello e ruoto su

me stessa respirando a pieni polmoni

la vittoria.

Un secondo dopo, due ali nere e

molto

disappunto

mi

guardano

sbuffando.

—

Non

vale

—

borbotta

Guglielmo mettendo un piccolo

broncio. — Una stupida gru mi ha

rallentato.

Faccio spallucce gustandomi il

trionfo e volando intorno alla

colonna. La città è talmente bella

vista dall’alto.

— Ora raccontami come è

successo — sussurra la mia amata

ombra oscura frapponendosi tra me e

la pietra con cui sto giocando.

Lo supero facendo un altro giro,

respirando altra aria.

— È successo e basta.

Un mezzo giro.

— Stanotte mi sono svegliata e

loro c’erano.

Pronuncio il pronome con lo

stesso affetto con cui mi riferirei ai

miei nipotini.

Un altro mezzo giro.

— Ma sei stata male per tutto

questo tempo… — dice con voce

all’improvviso più buia.

Aumento la velocità dei giri.

— È vero, ma ora sto bene! Non

sono mai stata così bene in vita mia,

sento che potrei volare fino in

America, che potrei sollevare il

mondo! E se tutti quei giorni di

malessere hanno portato questo, ne è

valsa la pena.

— Sì, forse hai ragione.

Intercetta il mio volo intorno al

perno di pietra.

Sorrido scansandolo e facendo

uno scatto in alto, mi segue divertito

e indispettito, ne faccio un altro. A

quel punto lui mi raggiunge nel cielo

davanti

alla

torre

di

pietra,

stringendomi in un abbraccio ancor

prima che possa rendermene conto.

“Non vale” vorrei dire.

“Hai barato” aggiungerei poi.

Ma

la

mia

voce

rimane

imprigionata da qualche parte nello

stomaco e quello che mi esce è un

grido di dolore.

Fuoco, veleno. Le mie braccia

bruciano, il cuore pompa sangue

impazzito.

Sto bruciando, penso, sto ardendo

viva.

Poi le braccia di Guglielmo

scivolano via da me, verso il basso,

così come il suo corpo, e devo fare

un balzo per prenderlo al volo ed

evitare che piombi a terra. Quando lo

afferro per le braccia vedo delle

bruciature nere aggiungersi alle altre

che già gli tingono la pelle candida.

Lui geme di dolore e soffoca un

grido, mentre anch’io sento la pelle

spaccarsi.

Cadiamo a terra come due piccole

foglie secche e morte, rotolando sulla

pietra dura che ci si conficca tra le

vertebre. Il dolore che sento alle

mani e alle braccia si attenua

velocemente,

invece

Guglielmo

continua a gemere e a trattenere le

grida mordendosi a sangue le labbra.

Le sue braccia sono solcate da

segni neri talmente intensi che la

pelle sembra carbonizzata.

Mi avvicino combattendo con le

mie stesse grida e lacrime.

Che sta succedendo?

La pelle d’avorio di Guglielmo

continua a scurire come se le

bruciature lo stessero logorando e

mangiando vivo.

TRA OMBRE E LUCE

— Non toccarlo, amica mia.

Il profilo acquoso di Alessia

compare al mio fianco, è uscita

completamente dalla fonte e non l’ho

mai vista in modo così nitido né

compreso così bene la sua voce.

— Ale, che succede… che gli

succede? — urlo vedendo Guglielmo

rantolare di dolore.

— Tu non toccarlo. Nora è già

qui e io non posso restare. Sei

cambiata, Vichi, è successo.

Mi volto, ma Ale è già sparita e la

figura esile di Nora appare davvero

dall’altra

parte

della

piazza,

correndo.

Io mi ritraggo da Guglielmo

tremando e piangendo.

— Nora, non so cosa sia

successo, te lo giuro. Ti prego,

aiutalo.

Nora si avvicina a suo nipote

portandosi le mani alla bocca e

spostando gli occhi pieni di lacrime

da me a lui.

Solo ora mi accorgo che non è

sola.

Un’altra figura si china accanto a

lei e la sorregge. È Thomas, il figlio

del professore.

—

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