Dialoghi filosofici by Platone

Dialoghi filosofici by Platone

autore:Platone
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


1. Su Critone cfr. Apologia, nota 32.

2. Cfr. Eutifrone, nota 2.

3. È Clinia. Assioco era il fratello di Clinia, padre di Alcibiade, che era quindi cugino del giovane Clinia, interlocutore in questo dialogo.

4. Figlio di Critone.

5. Per alcuni interpreti εκενος sarebbe Clinia e οτος Critobulo; per altri il contrario. Grammaticalmente pare più probabile la prima interpretazione.

6. Eutidemo e Dionisodoro sono personaggi storicamente esistiti, originari di Chio, come chiarirà Platone stesso. Eutidemo è citato anche nel Cratilo (386 d) come sostenitore della tesi che «per tutti tutte le cose sono allo stesso modo insieme e sempre» la quale è il presupposto delle discussioni dell’Eutidemo. Aristotele (Confutazioni sofistiche, 20, 177 b12 segg.; Retorica, II, 24. 1401 a24 segg.) ricorda un suo sofisma che non compare nel dialogo platonico: è probabile che lo citasse da un’opera di Eutidemo, utilizzata anche da Platone per la stesura del suo dialogo. Dionisodoro è ricordato da Senofonte (Memorabili, III, 1, 1) come maestro di strategia.

7. In tutto il dialogo σοφ significa abilità e competenza tecnica più che «sapienza» come saggezza di vita, nel senso in cui si parlava, ad esempio, dei Sette Sapienti. La sapienza dei due eristi non è che la capacità di sfruttare le ambiguità del linguaggio per portare l’interlocutore a conclusioni paradossali.

8. Chio è un’isola delle Sporadi, nel mar Egeo. Turii era la colonia panellenica, fondata da Pericle verso il 444, sul posto dove prima sorgeva Sibari, nel golfo di Taranto. Secondo Eraclide Pontico, la legislazione di Turii sarebbe stata opera di Protagora (DIOGENE LAERZIO, IX, 50). Non è sicuro che l’esilio di Eutidemo e Dionisodoro da Turii risalga al 412-411, quando anche Lisia, l’oratore, rientrò da Turii in Atene.

9. Il pancrazio era un misto di lotta e pugilato. Ma Platone gioca sull’etimologia della parola (da πντων e κρτεν), che interpreta come «capacità di vincere tutti». Non si sa nulla di questi due fratelli Acarnani.

10. Ogni cittadino ateniese, quando doveva comparire in tribunale, doveva difendere da sé la propria causa. Chi non ne era capace si rivolgeva ai cosiddetti logografi, che gli componevano un discorso appropriato.

11. Cfr. Liside, nota 14.

12. Un maestro di musica noto in Atene, tanto che a lui aveva dedicato una sua commedia Amipsia: era intitolata appuntoConno ed era stata rappresentata nel 423, quando Aristofane aveva rappresentato le Nuvole (cfr. Apologia, nota 4).

13. Cfr. Apologia, 31 d.

14. Su Ctesippo cfr. Liside, nota 2. Peania era un demo dell’Attica a est di Atene.

15. Il re di Persia.

16. I due eristi posseggono cioè la tecnica «protrettica». Nell’antichità, com’è noto, si formò un’intera letteratura protrettica, il cui primo esemplare è probabilmente proprio dell’Eutidemo platonico (cfr. 278 d segg.).

17. Cfr. nota 3 e Protagora, nota 1.

18. Le Muse erano figlie della Memoria. La poesia originariamente aveva come funzione fondamentale quella di trasmettere un patrimonio culturale in assenza della scrittura: la memorizzazione era, quindi, una delle sue caratteristiche più importanti.

19. È chiaro che qui il termine σοφος è preso in due significati diversi: 1) colui che conosce un determinato campo; 2) colui che comprende ciò che gli viene trasmesso.



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