Didion Joan - 2011 - Blue Nights by Didion Joan

Didion Joan - 2011 - Blue Nights by Didion Joan

autore:Didion Joan [Didion Joan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788865762073
Google: 4_NKtfaVu_AC
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2012-03-06T22:00:00+00:00


19

«Quello che ci serve qui è un montaggio, immagini più musica.

Come lei: parlò a suo padre e xxxx e xxxxx—

«xx» disse lui.

«xxx» disse lei.

«Come lei:

«Come lei lo fece e perché lo fece e qual era la musica quando fecero x e xx e xxx—

«Come lui e anche lei—»

Questi appunti li scrissi nel 1995 per un romanzo che pubblicai nel 1996, The Last Thing He Wanted. Ve li offro come una dimostrazione di quanto allora fossi a mio agio quando scrivevo, della facilità con cui lo facevo, di quanto poco mi preoccupassi di quello che stavo dicendo finché non lo avevo già detto. In realtà, quello che facevo allora non era affatto scrivere, non nel vero senso della parola: non facevo altro che abbozzare un ritmo e lasciare che fosse il ritmo a dirmi che cosa stavo dicendo. Molti dei segni che buttavo giù sulla pagina non erano altro che «xxx» o «xxxx», simboli che significavano «testo in lavorazione» o «testo a venire», ma nota bene: questi simboli erano disposti in raggruppamenti specifici. Una singola «x» era diversa da una doppia «xx» e «xxx» da «xxxx». Il numero di tali simboli aveva un significato. La disposizione era il significato.

Lo stesso passaggio riscritto, vale a dire scritto, nel vero senso della parola, diveniva più dettagliato:

«Quello che vogliamo qui è un montaggio, immagini più musica. Campo lungo su Elena. Sola sul pontile dove suo padre ormeggiava il Kitty Rex. Cerca di staccare una scheggia dalle assi del pontile con la punta del sandalo. Si toglie la sciarpa e scuote i capelli, umidi della dolce aria pesante della Florida Meridionale. Inquadratura di Barry Sedlow. Fermo oltre la porta della baracca di legno, sotto il cartello che dice NOLEGGI CARBURANTE ESCHE BIRRA MUNIZIONI. Appoggiato contro il bancone. Osserva Elena attraverso la zanzariera mentre aspetta il resto. Inquadratura del gestore. Infila una banconota da mille dollari sotto il vassoio del registro di cassa, reinserisce il vassoio. Conta i biglietti da cento. Non è un posto in cui non girino biglietti da cento. Lì nella dolce aria pesante della Florida Meridionale. L’Avana così vicina che si possono vedere le Impala bicolori sul Malecón. Certo che ce la siamo spassata laggiù, che diamine».

Più dettagliato, sì.

«Lei» adesso ha un nome: Elena.

«Lui» adesso ha un nome: Barry Sedlow.

Ma di nuovo, nota bene: era già tutto lì, negli appunti originali. Era già tutto lì nei simboli, nei segni sulla pagina. Era già tutto lì nelle «xxx» e le «xxxx».

Supponevo che questo processo fosse come scrivere musica.

Non ho idea se fosse o no un giudizio accurato, perché non sapevo né scrivere né leggere la musica. So solo che adesso non scrivo più in questo modo. So solo che adesso quel modo di scrivere, o qualunque cosa fosse quella che facevo quando riuscivo a procedere a furia di «xxx» e «xxxx», qualunque cosa fosse quella che facevo quando immaginavo di sentire la musica, non mi riesce più facile ormai. Per un po’ ho dato la colpa a una certa stanchezza rispetto al mio stile, a un’insofferenza, un desiderio di essere più franca.



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