Dio abita in Toscana by Antonio Socci

Dio abita in Toscana by Antonio Socci

autore:Antonio Socci [Socci, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-02-22T12:00:00+00:00


1. FERRONI, GIULIO, Storia della letteratura italiana, Mondadori, Milano 2006, vol. III: L’alba dell’Umanesimo. Petrarca e Boccaccio. 1300-1380, p. 29.

2. Ivi, p. 31.

3. Ivi, p. 36.

4. Ivi, p. 38.

5. BRANCA, VITTORE, «Introduzione», in BOCCACCIO, Decameron, Meridiani Mondadori, Milano 1985, pp. XIV-XV.

6. BOCCACCIO GIOVANNI, Decameron, Rizzoli BUR Classici, Milano 2013, edizione ebook formato Kindle, p. 178.

7. Ivi, p. 185.

8. Ibidem.

9. Ivi, p. 186.

10. Ivi, pp. 186-187.

11. Ivi, p. 187.

12. Ibidem.

13. Ibidem.

14. Ivi, p. 7.

15. QUONDAM, AMEDEO, «Introduzione» in BOCCACCIO, Decameron, cit., pp. 15-16.

16. Scrive Quondam: «In questi dettagli, solo apparentemente minimi, dell’impianto macrotestuale (la forma “Libro”) lavora l’Autore, gioiosamente impegnato in un gioco di simmetrie tanto scoperte quanto nascoste, e soprattutto programmate». Ivi, p. 16.

17. FERRONI, Storia della letteratura italiana, vol. III: L’alba dell’Umanesimo. Petrarca e Boccaccio. 1300-1380, cit., p. 42.

18. QUONDAM, «Introduzione», in BOCCACCIO, Decameron, cit., p. 31.

19. Ivi, p. 32.

20. «È subito evidente,» scrive il Quondam «che si tratta di nomi che rinviano per lo più all’universo narrativo di Boccaccio: sono i nomi di donne che vivono nei suoi libri o nel suo immaginario», Ivi, pp. 26-27.

21. FERRONI, Storia della letteratura italiana, vol. III: L’alba dell’Umanesimo. Petrarca e Boccaccio. 1300-1380, cit., p. 42.

22. BOCCACCIO, Decameron, cit., p. 176.

23. Ivi, p. 715.

24. FORNARI, Leonardo e la crisi del Rinascimento, cit., p. 435.

25. Occorre peraltro ricordare che i «dieci giorni» sono quelli dei racconti, ma il soggiorno dura due settimane (da mercoledì a mercoledì) e le narrazioni sono interrotte nei giorni di venerdì e sabato per rispettare il significato liturgico e simbolico di questi due giorni, memoria della Passione di Cristo e della Vergine Maria, nonché inizio, al vespro, del giorno festivo. Vedi BOCCACCIO, Decameron, cit., p. 512.

26. Nel finale si legge: «la nostra brigata, dal primo dì infino a questa ora stata onestissima, per cosa che detta ci si sia non mi pare che in atto alcuno si sia maculata né si maculerà con l’aiuto di Dio», Ivi, p. 1083.

27. BRANCA, «Introduzione», in BOCCACCIO, Decameron, cit., p. XV.

28. FORNARI, Leonardo e la crisi del Rinascimento, cit., pp. 537-538.

29. Ivi, pp. 434-435.

30. «Si è interpretato il Decameron come un’esaltazione del mondo terreno, una prima esplicita affermazione di atteggiamenti che avranno la più piena espansione nel Quattrocento e nel Cinquecento. Boccaccio sarebbe il primo scrittore “rinascimentale” e il suo uso del comico equivarrebbe a una irrisione e negazione del mondo medievale, sarebbe espressione di una nuova “borghesia” italiana, pronta ad affermare la propria vitalità e la propria gioia di vivere al di fuori di ogni principio morale», una «interpretazione che risale al De Sanctis», FERRONI, Storia della letteratura italiana, vol. III: L’alba dell’Umanesimo. Petrarca e Boccaccio. 1300-1380, cit., p. 51.

31. BRANCA, «Introduzione», in BOCCACCIO, Decameron, cit., p. XLIV.

32. Ivi, p. XLV.

33. Ibid.

34. Ivi, p. XLIV.

35. Ivi, p. XLV.

36. Nelle Prose della volgar lingua, Pietro Bembo, esaltando il toscano letterario, invita ad assumere come norma linguistica per la prosa il Boccaccio e per la poesia il Petrarca.

37. QUONDAM, «Introduzione», in BOCCACCIO, Decameron, cit., p. 24.

38. FERRONI, Storia della letteratura italiana, vol. III: L’alba dell’Umanesimo.



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