Diversamente vivi by Fabio Tiso

Diversamente vivi by Fabio Tiso

autore:Fabio Tiso [Tiso, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893330633
editore: Alter Ego
pubblicato: 2016-12-04T23:00:00+00:00


Solitario

«Barbie m’ha buttato fuori di casa» disse Ken emergendo da un cartone vicino al cassonetto.

«Quando?» feci mentre lo osservavo dispiaciuto. Era sporco, seminudo. Con una mano si teneva la gamba destra.

«Oggi, così… all’improvviso. E mi sono trovato in mezzo alla strada nel giro di pochi minuti».

Mi sembrò di scorgere una lacrima sotto la fioca luce del lampione.

«Possibile non ci fossero state delle avvisaglie? Vi vedevo così affiatati, sempre insieme...».

Non è la solita stupida domanda, credetemi, ne so qualcosa io di litigi: i miei sono divorziati da sempre e vivo da mia madre che dopo un’altra figlia ha fatto fuori pure il secondo marito.

«Beh, a dire la verità ultimamente si era come spezzato qualcosa. Lei mi rimproverava di cambiare troppo spesso, di non essere stabile, ma non era colpa mia, lo sai come viviamo: un giorno piloti, poi astronauti, magari settimane intere in costume su di una spiaggia inesistente a far finta di guardare il sedere alle Bratz. Ma è questo il nostro lavoro, la nostra vita!».

«E allora lei? Quando vi ho conosciuti era sempre vestita da aerobica, poi l’ho vista in ogni salsa: pattinatrice, fashion, cavallerizza… Credo che abbia fatto tutto tranne la suora!». Zoppicava mentre ci avviavamo verso casa mia. Gli avevo offerto ospitalità. Cosa rara per me, non invito mai nessuno. O forse nessuno vuol essere invitato da me, un sedicenne con le pustole in faccia alto meno di mezzo metro.

Mentre procedevamo affiancati affrontai l’argomento più spinoso.

«Ma… in quel campo le cose tra di voi come andavano?».

«Bene, ti giuro, bene… almeno così ho sempre creduto. Altrimenti come avremmo fatto a fare una barca di figli? Skippy, Ricky, Taffy, Cippy, Cioppy… con tutti quei nomi che manco me li ricordo bene… mi mancano da morire, sai?».

«Lo credo, ma possibile che non ti abbia dato dei vestiti per coprirti, che ne so, la tua auto, la tua moto… non hai neppure le scarpe!».

«Tutto, si è tenuta tutto: le case, il camper, la barca… In fondo una volta l’aveva detto che la sua aspirazione era diventare Barbie divorziata… ma io credevo scherzasse, che fosse solo una barzelletta!».

Non mi meravigliai: mia madre non aveva fatto nulla di diverso in tutti e due i matrimoni.

Arrivammo a casa. Prima di entrare mi fece un’ultima confessione.

«Voglio essere sincero con te. La verità è che c’è un altro. Facevo fatica a dirtelo, sono molto orgoglioso, lo sai».

«Chi? Chi è quel maledetto!» urlai come se la cosa mi riguardasse da vicino.

«Quel plasticone di Big Jim!».

Non potevo credere che ancora una volta vincessero i muscoli palestrati sull’intelligenza e la sensibilità, ma dovevo aspettarmelo visto che io non venivo filato da nessuno e non solo per la statura.

«Ma non ti sei accorto di nulla?».

«È stato infido, ha lavorato piano piano. Prima con la scusa della ginnastica, poi approfittando della mia gamba che ogni tanto si stacca. Ma poi si riattacca subito, lo sa fare anche un bambino di cinque anni! Insomma quei due facevano tutto insieme: in barca, sulla mia auto, addirittura lui tirava l’osso al mio cane! E io spesso rimanevo nello scatolone con la mia gamba disarticolata ad aspettare l’ora di cena.



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