Divertirsi da morire (Italian Edition) by Neil Postman

Divertirsi da morire (Italian Edition) by Neil Postman

autore:Neil Postman [Postman, Neil]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Luiss University Press
pubblicato: 2021-07-14T22:00:00+00:00


1. Thoreau, p. 80.

2. Harlow, p. 100.

3. Czitrom, pp. 15-16.

4. Sontag, p. 161.

5. Newhall, p. 33.

6. Salomon, p. 36.

7. Sontag, p. 22.

8. Sontag, p. 21.

parte seconda

capitolo 6

L’era dello spettacolo

Uno studente universitario di mia conoscenza, la sera precedente un esame fondamentale, era tornato nel suo modesto appartamento e si era accorto che l’unica lampadina si era bruciata, senza possibilità di sostituirla. Dopo un attimo di panico, ritrovò il suo equilibrio, e la possibilità di cavarsela all’esame, accendendo il televisore. Ne smorzò l’audio, in modo da poter usare la luce del video come una lampada per rileggere un’ultima volta quei punti su cui pensava di poter essere interrogato il giorno dopo, Ecco un uso particolare della televisione: una lampada per leggere.

Ma lo schermo della televisione è più che una fonte di luce. È anche una superficie liscia, quasi piatta su cui si può stendere la parola stampata. Abbiamo avuto tutti l’occasione di soggiornare in alberghi in cui l’apparecchio televisivo aveva un canale speciale per riferire i fatti del giorno in lettere che comparivano continuamente sullo schermo. Ecco un altro uso della TV: una sorta di lavagna elettronica.

Molti apparecchi televisivi sono abbastanza grandi e robusti da sopportare il peso di una piccola biblioteca. Sul ripiano superiore di uno dei primi televisori RCA ci stavano una trentina di volumi, e so di una signora che sistemò l’intera collezione di Dickens, Flaubert e Turgenev sul ripiano di un Westinghouse da 21 pollici. Ecco un altro uso della televisione: scaffale di biblioteca.

Ho proposto degli usi un po’ fantasiosi per mettere in ridicolo la speranza avanzata da qualcuno che la televisione potesse servire da sostegno alla nostra tradizionale cultura libresca. Quella speranza è proprio ciò che Marshall McLuhan usava chiamare il modo di pensare a “specchio retrovisore”: l’ipotesi che ciascun nuovo mezzo di comunicazione non sia che l’estensione o l’amplificazione di quelli precedenti. L’automobile, ad esempio, è soltanto una carrozza più veloce; la luce elettrica è una candela più potente. Cadere in un simile errore nel campo di cui stiamo parlando è misconoscere come la televisione ricostruisce il senso del discorso pubblico. La televisione non estende né amplifica la cultura libresca, la distrugge. Se la televisione è la continuazione di qualcosa, lo è di una tradizione iniziata alla metà dell’Ottocento con il telegrafo e la fotografia, non nel Quattrocento con la stampa.

Che cos’è la televisione? Quale specie di conversazione permette? Quali tendenze intellettuali incoraggia? Quale specie di cultura produce?

Queste sono le domande che ci porremo in questa seconda parte, e per affrontarle con la minor confusione possibile, incomincerò a distinguere tra tecnologia e mezzo. Si può dire che la tecnologia sta al mezzo come il cervello sta alla mente. Come il cervello, la tecnologia è un apparato fisico. Come la mente, il mezzo è l’uso cui serve quell’apparato. La tecnologia diventa il mezzo quando adopera un particolare codice simbolico, quando trova il suo posto in un particolare ambiente sociale, quando si insinua nel contesto economico e politico. La tecnologia, in altre parole, non è che una macchina.



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