Domicilio sconosciuto by Luciano Funetta

Domicilio sconosciuto by Luciano Funetta

autore:Luciano Funetta [Funetta, Luciano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2023-10-18T12:00:00+00:00


Le ore non passano mai tra le mura atemporali dell’hotel Ibsen. È sabato e gli ospiti vanno e vengono, gonfi di cibo, arrossati dal sole, storditi dalla bellezza innaturale della città, individui sempre diversi e sempre uguali, sogni del presente alienato. Consegno loro le chiavi, li vedo dileguarsi. Non li incontrerò mai più. È il mio compito.

Bevo il mio tè e ripenso a quello che la Traduttrice ha detto a proposito dei coltelli nel sogno del messicano senza un braccio. In questo momento mi sembra che volino coltelli dappertutto. Le loro traiettorie sono imprevedibili, ma bisogna pur seguirle e ascoltarne le voci. Si sentono grida di uccelli in questo clima di ritirata generale. Credo sia colpa della lettera spuntata dalla corrispondenza dell’Esule, che non smette di tormentarmi. È evidente che all’interno dell’Istituto si sta preparando una congiura e che la faccenda finirà nel sangue, ma non è tanto questo a farmi stare all’erta. È piuttosto un pensiero marginale, che con l’avanzare della notte si fa sempre più presente e non mi lascia in pace: sto iniziando a sospettare che il messaggio, quel messaggio delirante il cui tono e i cui argomenti mi sono in qualche modo familiari per quanto non riesca a identificarne la fonte, non fosse destinato all’Esule, ma a me.

Come sono arrivato a leggerlo?, mi chiedo. Cosa è successo? Come sono entrato in possesso della busta senza mittente né destinatario che qualcuno, di certo non un postino austriaco, ha consegnato al portiere del palazzo in cui abita l’Esule e in cui forse un tempo ha vissuto Feyerabend? Non hanno dovuto fare niente, è stato tutto troppo facile. Il portiere, quell’essere ridicolo, quel maledetto, quel baro. Gli è bastato fare il finto tonto e lasciare che gli strappassi le lettere che mi sventolava sotto il naso con la mano adiposa e sudata. Per intravedere lo schema, non c’è niente da fare, bisogna scriverlo. Solo mentre si scrive lo schema appare nella sua fredda determinazione. Lo annota anche Ribeyro in uno degli Scritti apolidi, quando il ricordo improvviso delle notti nel quartiere Miraflores gli fa venire voglia di scrivere un racconto, e mentre scrive, Ribeyro si accorge che la quiete che aveva sempre associato alla memoria di quelle notti era fasulla. Solo mentre si sforza di descriverne il silenzio si accorge dei rumori che le popolavano: il suono delle onde sulle scogliere, quello lontano del tram notturno, i latrati dei cani e, soprattutto, una specie di ronzio, un lamento soffocato, simile a «quello di una tromba che geme in uno scantinato». Scrivere, precisa Ribeyro dopo aver abbandonato il tentativo di racconto, è l’atto che completa la realtà. Significa scrutare dentro se stessi e nel mondo «con uno strumento molto più rigoroso del pensiero invisibile: il pensiero grafico».

È bene che io ricordi, soprattutto a me stesso, che ogni qual volta dico scrivere intendo anche leggere. Ci sono frangenti, come ricorda Ribeyro, in cui la scrittura e la lettura sono in grado di ricordarci dell’esistenza del mondo intorno a noi: rinnovano la percezione, restituiscono qualità alle immagini, tutto appare completamente nuovo.



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