Don Camillo by Guareschi Giovannino

Don Camillo by Guareschi Giovannino

autore:Guareschi Giovannino
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


"Perché allora voi vi siete intestardito proprio su quello che vi fa odiare

dal novanta per cento del paese?"

"Novanta per cento un corno, bella mia! Qui il sessanta per cento è con noi"

affermò Peppone.

"Vedremo alle prossime elezioni!" ribatté la ragazza.

Peppone tagliò corto.

"Ad ogni modo sono affari vostri e io non c'entro e non voglio entrarci! Io

sono il segretario della sezione, non sono il segretario galante!"

"Voi siete il sindaco!" disse la ragazza.

"Si capisce, e me ne vanto! E allora?"

"Allora ci dovete sposare subito" esclamò la ragazza.

"Voi siete matti da legare! Io faccio il meccanico" sghignazzò Peppone dopo un istante di perplessità, ficcando la testa dentro il cofano del trattore e

riprendendo a smantellare.

La ragazza si volse beffarda verso Mariolino.

"Dunque," esclamò ad alta voce "è questo il famoso Peppone che non ha paura di nessuno?"

Peppone cacciò fuori la testa dal cofano.

"Qui non si tratta di aver paura! Qui si tratta di legge e io non posso

sposare due in un'officina. E poi certi regolamenti non li ho in testa. Venite

domani mattina in comune. Metteremo a posto tutto.

Io non so che bisogno ci sia di sposarsi alle dieci e mezzo di notte.

Non ho mai visto un amore così urgente!"

"Non è questione di amore," spiegò Mariolino "è questione di necessità.

Siamo scappati di casa e non vi torneremo più. Ma non possiamo lasciare il

paese se non siamo sposati. Quando siamo a posto con la legge e con la

coscienza, allora si piglia il treno e si parte. Dove si arriva si arriva, e

va sempre bene perché si tratta di cominciare una cosa dal niente."

Peppone si grattò la testa.

"Capisco tutto" borbottò. "Tutto è giusto. Però bisogna aspettare almeno

fino a domani. Vedremo di accomodare la faccenda. Per stanotte tu dormi qui in officina sul camion e la ragazza può andare a dormire a casa di mia madre."

"Io non dormo fuori di casa se non sono sposata!" esclamò la ragazza.

"Nessuno vi obbliga a dormire" replicò Peppone. "Voi potete rimanere sveglia a dire il rosario e a pregare per l'America. Sì, perché, adesso, se non vi dispiace, la bomba atomica ce l'abbiamo anche noi."

Trasse di tasca un giornale e lo dispiegò.

Mariolino prese la ragazza per un braccio.

"Grazie, capo, torniamo domattina" spiegò.

Uscirono e Peppone rimase lì fermo col giornale in mano.

"All'inferno anche la bomba atomica!" esclamò spiegazzando il giornale e

buttandolo lontano.

Cent'anni prima il fiume in piena aveva rotto l'argine grande, e l'acqua era

arrivata fino ai Pioppi e c'era rimasta riconquistando così in un minuto il

pezzo di terra che in tre secoli gli uomini le avevano rubato. Tra l'argine e

i Pioppi, in una bassa, c'era l'oratorio vecchio, una chiesetta con una

piccola torre tozza, e l'acqua se l'era presa così come stava, con dentro il

vecchio scaccino e l'aveva ricoperta. Dopo qualche mese qualcuno aveva pensato di recuperare la campana che era rimasta nel campanile sommerso e si era buttato sott'acqua trascinandosi dietro il capo di una lunga corda con un rampino. Poi, siccome tardava a tornare a galla, gli altri che stavano sulla

riva avevano cominciato a tirare la corda, e tira e tira non finiva mai, come

se quello si fosse buttato in mezzo all'oceano.



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