Dopo l’abbandono by Zeruya Shalev

Dopo l’abbandono by Zeruya Shalev

autore:Zeruya Shalev [Shalev, Zeruya]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2021-12-19T23:00:00+00:00


13

Sì, è questo il posto, proprio qui sopra il trafficato incrocio lui elargisce i suoi medicamenti accattivanti come una visione, i suoi sguardi di sommessa complicità, annuisce con la bocca semichiusa a coloro che gli siedono davanti, quasi che ascoltasse con le labbra e non con le orecchie, sopra gli scarichi degli autobus e i clacson delle macchine, proprio in questo posto dove non si può sostare, qui dove la città scopre i suoi canini aguzzi e la gente corre come lepri sulle affollate strisce pedonali, qui lo troverò perché non ho altra scelta, perché è giunto il momento di accertare che cosa resta di quella sera, che cosa resta dell’aureola di luce incantata che vibrava intorno a noi, spingo la porta semiaperta, tre nomi stanno freddamente scritti con il suo in mezzo, come fosse un’impresa per il salvataggio delle anime. Con un’aria compresa vado dalla segretaria che la fa da padrona nella reception deserta, devo vedere il dottor Sheffer, le comunico con un tono inflessibile, ma lei non si lascia impressionare, ha un appuntamento? Dà un’occhiata alla grossa agenda che ha davanti, e io dico, no, ma ho perso la prescrizione che mi aveva dato, ne ho bisogno di una nuova, lei sbuffa annoiata, come se dicessero tutti così, e non fosse la mia scusa personale escogitata con non pochi sforzi, dopo ore di elucubrazioni.

I capelli chiari le attorniano il viso, per un attimo sembra Michal, da giovane, fresca e bambolesca, magari è proprio lei la sua nuova donna, forse è per lei che se n’è andato via di casa, come fosse sua proprietà costei me lo tiene lontano, sbircia verso l’orologio, si libera fra qualche minuto, ammette controvoglia, mi lasci il suo nome così vado da lui, glielo scrivo, mi accomodo su una poltrona vicina alla porta, la certezza della sua vicinanza mi agita, fatico a respirare, lui è lì, in fondo al corridoio, è a portata di mano, fino a ora è stato il caso a farci incontrare, un caso così ben congegnato, mentre tutti i tentativi e gli sforzi, tutte le fatiche che ho fatto per ricostruirlo, quel caso, non sono serviti a nulla.

Il rumore stridulo di un trapano da dentista invade il pianerottolo del vecchio edificio, con l’età trasformato in uno stabile per uffici che di notte resta certamente vuoto e minaccioso, stringo le labbra, seguo con ostilità la segretaria, si comporta come fosse la castellana, fra poco s’inoltrerà nel suo studio annunciando il nome che le ho affidato, Ella Miller gli dirà, ha bisogno di una nuova ricetta, chissà se riconoscerà il mio nome, poi, se capirà la mia segreta intenzione e mi verrà incontro, o le ordinerà di farmi entrare, così passerò davanti alla faccia fiera e turbata di costei, mi siederò davanti a lui sulla poltrona di pelle e le tende di chiffon viola, penso sempre a te da allora, gli dirò, la mia vita sta aspettando la tua, cerco di rammentarmi la stanza, allora non ero disponibile a vedere nulla, solo



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