Dormi stanotte sul mio cuore by Enrico Galiano

Dormi stanotte sul mio cuore by Enrico Galiano

autore:Enrico Galiano [Galiano, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2020-05-10T22:00:00+00:00


43.

I fogli erano sparsi sul tavolo in salotto. Fotocopie di articoli di giornale, di foto, di documenti. Le parole erano del tutto incomprensibili, ma a forza di maneggiare il dizionario di albanese per insegnare a Fede l’italiano capii subito che lingua era.

«E questa che roba è?» chiesi a mamma appena entrata in salotto.

«Dai, vieni di là a mangiare, poi ti dico tutto.»

Naturalmente non ci pensai neanche, di mettermi a mangiare. Le foto erano chiaramente di Fede e gli articoli avevano titoli abbastanza grandi da far pensare a qualcosa di brutto. Volevo sapere, e volevo sapere subito.

«Mi puoi dire cosa c’è scritto in questi articoli?»

«Se li giri, dietro c’è la traduzione in italiano.»

Era un vecchio giornale albanese in cui i caratteri sembravano quasi stampati con la macchina da scrivere. Girai il primo. E non potei credere a quello che c’era scritto.

Stupro di Kukës: continuano le indagini.

Viviamo tempi molto difficili. Gli orrori provocati dalla guerra appena oltre i nostri confini saranno difficili da dimenticare, sia per le violenze che i soldati serbi stanno perpetrando in molte regioni del territorio kosovaro, sia per le azioni di guerriglia dell’esercito dell’UCK. In un momento tanto tragico, nel nostro paese gli orfanotrofi e gli ospedali accolgono ogni giorno nuove vittime di una guerra che speriamo essere il più breve possibile. Molti sono bambini i cui genitori sono stati sequestrati o uccisi dall’esercito serbo e che hanno fortunosamente superato il confine.

Proprio in uno di questi luoghi di accoglienza è accaduto nei giorni scorsi un fatto che lascia sconvolti operatori e volontari.

È ancora fitto il mistero che avvolge un caso di violenza carnale avvenuto in una piccola struttura ricettiva di Kukës, un’ex scuola adibita a orfanotrofio e comunità per ragazzi figli di vittime di guerra.

Sette giorni fa – il 15 dicembre – una bambina ospite da qualche mese della struttura (ne omettiamo il nome per ovvie ragioni) è giunta all’ospedale locale accompagnata da un dipendente, con evidenti segni di contusione sugli arti e sul collo. Ripetuti controlli hanno confermato, con grande stupore di tutti, che la piccola era vittima di recente violenza carnale.

Poiché agli estranei non è consentito entrare in orfanotrofio senza permesso, è apparso subito chiaro che la violenza era stata perpetrata da un ospite della struttura o da un membro del personale interno. Inizialmente gli inquirenti hanno concentrato le loro attenzioni su Osman Kurti, un educatore proveniente dai territori in conflitto, parte dell’équipe di volontari che ha accompagnato la piccola al pronto soccorso, e le accuse sono ricadute su di lui. Dopo opportune verifiche, è emerso che l’educatore non aveva alcuna attinenza con il caso, se non quella di un’omissione di vigilanza al momento dell’aggressione, per la quale verrà comunque aperto un fascicolo. In questo momento di grande confusione, con tanti albanesi del Kosovo che cercano una via di fuga verso Albania e Macedonia, è stato deciso di aprire un’indagine e sono stati interrogati tutti gli ospiti dell’orfanotrofio e i dipendenti. In breve tempo, grazie a verifiche incrociate, è emerso il nome di un ragazzo di dodici anni – F.



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