Dove nascono le grandi idee by Steven Johnson

Dove nascono le grandi idee by Steven Johnson

autore:Steven Johnson [Johnson, Steven]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: EPUB9788858619155-79956
editore: bur
pubblicato: 2010-12-31T23:00:00+00:00


Capitolo 7

PIATTAFORME

Il 12 aprile 1836, dopo le due settimane di idillio che fornirono a Darwin le prove cruciali a sostegno della prima grande idea della sua carriera, l’HMS Beagle salpò dalle isole Keeling. Mentre il brigantino si allontanava dalle acque placide e verdi della laguna, facendo rotta verso l’Inghilterra attraverso le Mauritius, il capitano FitzRoy sondava la profondità delle acque alla periferia dell’atollo con uno scandaglio lungo 2.200 metri. Non riuscì a toccare il fondale. Nelle parole di Darwin, la misurazione di FitzRoy confermava che «l’isola forma un’alta montagna sottomarina con fianchi ancora più ripidi di quelli dei più erti coni vulcanici». Per Darwin quel dato era cruciale, perché mentalmente stava formulando una teoria sulle «alte montagne sottomarine» e sulla loro origine geologica.

Da anni aveva il sentore di un vizio di fondo nella teoria del suo mentore Charles Lyell sulla formazione degli atolli, relativo alla probabilità statistica che una montagna arrestasse la sua emersione appena pochi metri sopra il livello del mare. La variazione di altitudine delle isole vulcaniche è immensa: alcune arrivano ad appena una ventina di metri sopra il livello del mare; altre, come Mauna Kea, svettano sopra i tremila. La gran parte dei picchi vulcanici si trova a migliaia di metri sotto la superficie. E tuttavia, come la maggioranza dei geologi del suo tempo, Darwin sapeva che gli oceani sono disseminati di un numero enorme di atolli tropicali che chissà come superano solo di pochi metri il livello del mare. Sarebbe come lanciare a caso cento palloni da fooball in un campo e vederne raggruppare venti esattamente sulla linea di meta. Darwin non disponeva della teoria sulla tettonica a zolle, ma sapeva che in tutto il pianeta le masse di terra si elevano e sprofondano. Non c’era però spiegazione al fatto che queste forze colossali si arrestassero, in un numero significativo di casi, sulla linea divisoria del livello del mare. Un vulcano spinto verso l’alto da una gigantesca forza tellurica dovrebbe secondo logica continuare a innalzarsi, come avevano fatto Mauna Kea e innumerevoli altre isole vulcaniche. Per lo stesso principio una montagna che sprofonda nel mare dovrebbe continuare a inabissarsi. Perché tante di quelle montagne si bloccavano a una certa altezza?

Non sappiamo esattamente quando Darwin trovò la soluzione. Potrebbe averlo folgorato mentre contemplava il mare da una spiaggia bianca delle Keeling. Più probabilmente, conoscendolo, l’idea si era andata precisando, un piccolo passo alla volta, e davanti a quelle acque verdi l’ultima tessera completò il mosaico. L’idea era semplice, ma particolarmente difficile da visualizzare. Muoveva da un principio letteralmente fondante: il terreno sotto i piedi di Darwin non era il prodotto delle forze geologiche. Era stato un organismo a costruirlo.

Quell’organismo era la Scleractinia, più comunemente noto come mollusco del corallo. Da vivo un esemplare di Scleractinia è un polipetto molle, della lunghezza di pochi millimetri. Questi molluschi crescono in vaste colonie, e i nuovi polipi compaiono come germogli sui fianchi dei loro «genitori». Una delle strane ironie della biologia marina è che il contributo essenziale del corallo all’ecosistema sottomarino ha luogo dopo la sua morte.



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