Dungeons&Dragons. L'onore dei ladri. Doric la druida by E.K. Johnston

Dungeons&Dragons. L'onore dei ladri. Doric la druida by E.K. Johnston

autore:E.K. Johnston [Johnston, E.K.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-03-17T12:00:00+00:00


CAPITOLO 12

«Qualcuno di voi ha mai combattuto prima d’ora?» chiese Palanus a colazione, alcuni giorni dopo. La sera precedente erano tornati dalla prova di sopravvivenza improvvisata più o meno incolumi, benché avessero tutti un gran bisogno di lavarsi e, nel caso di Leander, di un rimedio per l’orticaria. Quella mattina si erano buttati sulla colazione calda di Open con grande entusiasmo.

«Da piccola spingevo mio fratello nel ruscello» raccontò Gragwen. «Conta?»

«Si difendeva?» le chiese Palanus.

«Certo» rispose lei. «Però era lui per primo a cercare di buttarmici.»

«Allora conta» sentenziò Palanus. «Qualcun altro?»

Nessuno rispose. Doric non ne fu particolarmente sorpresa, ma si domandava come mai Leander non si fosse precipitato a dichiarare che anche lui si azzuffava con i fratelli, dato che voleva sempre primeggiare in tutto. Magari era figlio unico.

Una volta conclusa la colazione, Palanus si pulì con cura gli angoli della bocca e si lucidò le zanne.

«Quando avete finito, venite nella radura» disse infine. «E non prendetevela troppo comoda.»

Non impiegarono nemmeno due minuti a raggiungere Palanus; comunque, nessuno voleva combattere a stomaco pieno.

L’insegnante li condusse sul limitare della radura, nella zona in cui si trovavano i bersagli dei ranger, che quella mattina erano stati spostati per liberare uno spiazzo d’erba umida per chissà quale tipo di esercitazione. Dopo la prova di sopravvivenza, Doric si aspettava di tutto, ma almeno questa volta sarebbero stati abbastanza vicini ai loro alloggi. Lì avrebbe potuto affrontare qualsiasi cosa… forse. In realtà, l’idea di combattere la innervosiva. Sapeva cacciare e litigare, ma usare incantesimi in un combattimento era tutto un altro paio di maniche.

«I druidi non si battono per il bene o per il male» esordì Palanus. «Noi ci battiamo per l’equilibrio e per la natura. Oggi ci eserciteremo su cose che già conoscete.»

Il vento iniziò a vorticare intorno a Palanus, che tuttavia esercitava sulla corrente un controllo perfetto, mantenendola entro un paio di metri da sé. Doric iniziò a indietreggiare istintivamente, non sapendo quando o come sarebbe stato sferrato l’attacco. Non vedeva niente dietro cui nascondersi o nessun oggetto con cui difendersi. In più, prima di arrivare lì, non si erano neanche fermati a prendere armature e scudi e, non avendo avuto tempo per allacciarsela al braccio, la sua fionda era ancora nella tasca della cintura, insieme a qualche pietra.

Come fosse l’epicentro di un terremoto, la terra sotto i piedi di Palanus iniziò a tremare, diramando scosse tutt’intorno. Jowenys e Cassa provarono a saltare per evitarle, ma quando atterrarono, la terra stava ancora tremando e non riuscirono a rimanere in piedi. Remigold e Gragwen tentarono invano di mantenere l’equilibrio. Se non altro, Mistral cadde con eleganza. Doric si mosse abilmente sul terreno instabile, finché non riuscì a uscire dal raggio delle scosse. Si era accorta che Leander aveva fatto lo stesso e, quando la terra smise di tremare, loro due erano gli unici ancora in piedi.

«Ho visto di peggio» disse Palanus meditabondə. «Almeno avete provato a fare qualcosa. Ma perché nessuno ha pensato di lanciare un incantesimo?»

Doric esitò, smarrita. Nemmeno Jowenys, che aveva sempre la risposta pronta, riuscì a spiccicare parola.



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