Eco Umberto - 2006 - A passo di gambero. Guerre calde e populismo mediatico by Eco Umberto

Eco Umberto - 2006 - A passo di gambero. Guerre calde e populismo mediatico by Eco Umberto

autore:Eco Umberto [Eco Umberto]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
ISBN: 9788845259524
editore: Bompiani
pubblicato: 2007-01-01T23:00:00+00:00


ALCUNI PROGETTI DI RIFORMA RIVOLUZIONARIA

(Nota: L’espresso, marzo 2002).

Benché, per non spaventare la mamma di Berlusconi, la nuova maggioranza si dichiari riformista, di fatto essa è rivoluzionaria. E’ vero che la rivoluzione viene definita dallo Zingarelli come un “profondo rivolgimento dell’ordine politico sociale costituito, tendente a mutare radicalmente governi, istituzioni, rapporti economico-sociali”, che però è “violento”. Ma occorre intendersi sui termini. Per essere violento non occorre scannare qualcuno mangiandogli il cuore; lo è anche chi, poniamo, arriva primo al mio ombrellone in spiaggia, vi si siede sotto e poi non vuole più andarsene via dicendo che se gli rompo ancora le scatole sono uno sporco comunista.

Se allora si deve fare una rivoluzione che la si faccia per bene. Basta capire che cosa il paese attende, e il paese certamente attende di pagare meno tasse, non necessariamente per decreto ma incoraggiando l’iniziativa personale e la flessibilità nella dichiarazione dei redditi, che non si sia perseguiti per falso in bilancio, che si possa andare ai centottanta all’ora in autostrada, che i vigili non rompano le scatole quando si parcheggia in seconda fila, e via dicendo. Propongo pertanto una serie di provvedimenti legislativi, nell’interesse di tutti i cittadini e non di una sola parte.

LEGITTIMA SUSPICIONE. Perché debbo farmi giudicare da qualcuno che mi è antipatico? La legge dovrebbe prevedere che un cittadino musulmano possa ricusare un giudice cristiano, un ateo un giudice credente e viceversa, un gay un giudice eterosessuale e viceversa. Ovvio che si possa ricusare un giudice che legge un quotidiano diverso dal tuo o un giudice strabico (non si sa mai chi guarda, e questo imbarazza l’imputato). L’imputato deve sentirsi sereno e non sottoposto a giudizio, come se fosse davanti a Minosse. Anzi, si dovrebbe garantire a ogni cittadino il proprio giudice di fiducia, così come si ha diritto al medico di fiducia o al proprio avvocato. Il provvedimento inoltre ridonderebbe a vantaggio della categoria dei magistrati, che potrebbero essere in maggior numero, almeno quanto i medici, e ottenere compensi differenziati a seconda del censo dell’assistito. I poveri potrebbero avere un giudice Asl.

INTRODUZIONE DI DROGA NEI MINISTERI. E’ ovvio che se io entro in una stazione dei carabinieri con un pacco di cocaina verosimilmente vado a consegnarla al maresciallo di servizio a scopi d’indagine. Ora, essendo un ministero, una pubblica istituzione (persino i carabinieri dipendono da un ministero) dovrebbe valere anche in quel caso una legittima non-suspicione. Sino al momento in cui non si sorprendano il portatore, il ministro e tutti i sottosegretari nudi nella sala riunioni, completamente inebetiti, mentre si accoppiano con procaci cortigiane proferendo orribili bestemmie, si deve presupporre che l’introduzione sia stata attuata (o posta in essere) per ragioni di pubblica utilità. Ogni partita di droga consegnata in un ufficio ministeriale, per non uscirne più, sottrae alla libera circolazione una sostanza nociva.

INSULTI A DEFUNTI. Mi pare che una recente sentenza abbia stabilito che non è reato dare dello stronzo o rivolgere epiteti analoghi a un signore che ci ha sorpassato in modo scorretto o che si è infilato



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