El-Baghdadi Iyad - 2019 - Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l'Occidente by El-Baghdadi Iyad

El-Baghdadi Iyad - 2019 - Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l'Occidente by El-Baghdadi Iyad

autore:El-Baghdadi Iyad [El-Baghdadi Iyad]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Political Science, Political Freedom, Terrorism, i Robinson / Letture
ISBN: 9788858129883
Google: 0c_vwgEACAAJ
editore: Laterza
pubblicato: 2019-10-14T21:00:00+00:00


La lobby della guerra

Benjamin Netanyahu non accettò il fatto che l’approccio fosse cambiato e negli anni di Obama continuò a sostenere che l’unico modo per contenere la minaccia nucleare iraniana fosse l’azione militare. Quattro americani su cinque si opponevano a un’azione militare del genere ma Netanyahu continuava a chiederla, insistendo sul fatto che “il prezzo di un attacco è molto più basso del prezzo dell’inazione”. Usava gli stessi argomenti già impiegati per sostenere la guerra in Iraq, affermava esplicitamente che la forza militare fosse l’unica possibilità. Nel 2009 disse a una delegazione del Congresso in visita in Israele che l’Iran era «probabilmente a uno o due anni» dall’avere a disposizione armi nucleari. In quello stesso anno sostenne poi che quel paese forse aveva già una bomba. Nel 2012 alle Nazioni Unite mostrò platealmente il disegno fumettistico di una bomba con tanto di miccia accesa e spiegò che l’Iran poteva costruire un’arma nucleare in un anno. La performance fu largamente oggetto di satira su internet.

In realtà Netanyahu, con altri leader israeliani, lanciava lo stesso avvertimento da oltre vent’anni13. Nel 1992 aveva detto ai legislatori israeliani che l’Iran distava «dai tre ai cinque anni» dal raggiungere la disponibilità di armi nucleari e che questa minaccia doveva essere «sradicata da un fronte internazionale guidato dagli Stati Uniti». Nel 1995 si ripeté nel suo libro, Fighting Terrorism. Nel 1996 apparve davanti al Congresso per trasmettere gli stessi concetti. Durante questo periodo la posizione ufficiale delle figure di spicco nell’establishment militare statunitense e israeliano, nonché in quello dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, era che l’Iran non stesse sviluppando armi nucleari. A volte persino i funzionari dei servizi segreti di Netanyahu sembravano voler inficiare le sue affermazioni14.

Ma la credibilità di Netanyahu ebbe un crollo quando appoggiò entusiasticamente la guerra in Iraq. Nel 2002, davanti a un comitato del Congresso degli Stati Uniti, aveva infatti testimoniato sotto giuramento: «Non è in discussione il fatto che Saddam sia alla ricerca di, stia lavorando per e stia avanzando verso lo sviluppo di armi nucleari». Secondo lui non era in discussione il fatto che l’Iraq avesse messo in funzione «centrifughe grandi come lavatrici» e che avesse ancora armi chimiche e biologiche: tutte affermazioni smentite dopo l’invasione. «Se mandate via Saddam, il regime di Saddam, vi garantisco che otterrete enormi sviluppi positivi nella regione», aveva detto al Congresso. Il quotidiano «Ha’aretz» riferì che già subito dopo l’invasione dell’Iraq, nel 2003, l’ambasciatore israeliano a Washington aveva chiesto di «proseguire nelle operazioni» con un cambio di regime in Iran. Un decennio più tardi il segretario di Stato John Kerry osservò che «sotto George W. Bush il primo ministro israeliano era già profondamente incline all’idea di invadere l’Iraq e sappiamo tutti cosa è successo una volta presa quella decisione». Più a lungo Netanyahu parlava, più corda serviva per tener legate le sue argomentazioni.

Il presidente dello Stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, Martin Dempsey, dichiarò pubblicamente nel 2012 che non voleva essere complice di Israele nel caso avesse scelto di attaccare l’Iran. L’ex capo di



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