La Festa della Sfortuna by Franco Piro

La Festa della Sfortuna by Franco Piro

autore:Franco Piro [Piro, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica Umanistica
ISBN: 9788817854764| Biblioteca: QdiBc| volume: 024
editore: Rizzoli
pubblicato: 1989-05-31T16:00:00+00:00


XII

L’ASSEDIO DI LIONE

A Parigi, i funerali di Marat furono l’occasione di una prova di forza degli Hébertisti. Il giornale di Hébert, il «Père Duchesne», stampava seicentomila copie: Robespierre aveva bisogno di lui contro gli Arrabbiati. In realtà la frazione di Hébert era ugualmente sanguinaria, e in più priva di ideali, più dedita al saccheggio del ministero della Guerra che non alle utopie egualitarie. Gli Arrabbiati esprimevano da parte loro la tensione e il malcontento della gente povera: Chalier a Lione, Taboureau a Orléans, ma soprattutto Jacques Roux, Leclerc e Varlet a Parigi, facevano «tutt’uno della lotta politica e del problema cruciale della penuria e del carovita»{194}, e consideravano la Costituzione «una bella donna ma guercia» giacché non colpiva a morte gli affamatori del popolo. Quando scoppiarono i tumulti del sapone, e molte donne saccheggiarono le casse di sapone dello scalo di Saint-Nicolas, i Montagnardi misero sotto accusa proprio gli Arrabbiati; Robespierre si recò allora con Hébert ai Cordiglieri e chiese la radiazione di Jacques Roux. Couthon, fin dal 27 giugno, aveva domandato provvedimenti severi contro gli autori dei disordini, per ristabilire la calma a Parigi («Tra venticinque anni, quando la Repubblica sarà consolidata, si potrà trascurare Parigi. Ma ora è la città comune della Repubblica. Bisogna con ogni mezzo mantenervi l’ordine e la tranquillità»{195}). Subito dopo l’intervento di Couthon, il dantonista Thuriot aveva proposto di fissare un massimo per il prezzo delle derrate. Fu chiusa la Borsa, considerata il luogo principale dell’aggiotaggio. Ma la fissazione del massimo faceva mancare il grano dove i prezzi erano più bassi: iniziavano così le proteste contro gli accaparratori, e cominciava la politica delle requisizioni forzate.

Fu Danton ad assumere l’iniziativa di creare un governo: il Comitato di salute pubblica diventava governo. Couthon appoggiò fermamente Danton, e chiese a Robespierre di entrare in quell’esecutivo: Robespierre accettò, con qualche titubanza, il 27 luglio. Lo stesso giorno la Convenzione votava la repressione dell’accaparramento: tutti i detentori delle derrate dovevano farne dichiarazione entro otto giorni; le municipalità nominavano dei commissari che verificavano le dichiarazioni, e sorvegliavano i mercanti che dovevano mettere in vendita le derrate a piccoli lotti. I negozianti che dichiaravano il falso, o i funzionari colpevoli di atti di prevaricazione nell’applicazione della legge, sarebbero stati condannati a morte. I giudizi non erano soggetti ad appello.

Il 10 agosto, Festa della Federazione, un popolo immenso vedeva sfilare nel suo seno gli uomini della Convenzione, senza particolari distintivi. Nel frattempo, gli eserciti delle potenze coalizzate contro la Francia marciavano insieme. L’11 agosto il Comitato inviò Carnot, con tutti i poteri, a dirigere l’esercito del Nord: era un atto di governo, anche se continuava la finzione secondo la quale solo la Convenzione doveva governare; di fatto, i poteri del Comitato che venivano a scadenza erano prorogati di mese in mese.

La questione del governo era stata riproposta con logica chiarezza e insieme con grande suggestione di immagini da Danton, in un intervento alla Convenzione: «Il vascello della ragione deve avere chi lo governa: è questa la saggia politica. Non avremo successi finché



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