Enigma 1973 by Phillips Mark

Enigma 1973 by Phillips Mark

autore:Phillips Mark
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2015-02-05T00:00:00+00:00


8

Il battente oscillò contro la schiena di Malone mentre una mano scosse con forza il pomo della maniglia. Malone si preparò a sostenere l’urto. Stavolta un corpo pesante fu scagliato contro la porta. Come per miracolo, il battente resistette, almeno momentaneamente. Al di là della porta le grida raddoppiarono, mentre arrivava una squadra di rinforzo.

E il mongolo? si chiese Malone. Comunque, non era il momento di perdersi in domande oziose.

In fondo alla sala, ingombra di poltrone e di divani, c’era una porta da cui in quel momento uscì una donna che teneva una borsetta in una mano e nell’altra un grosso piumino della cipria. Quando vide Malone, la donna reagì istintivamente.

Il suo strillo fu una specie di segnale: anche le altre si misero a strillare, e balzarono in piedi nascondendosi la faccia con le mani. Malone allora gridò qualcosa all’indirizzo delle donne agitando minacciosamente i pugni. Le donne lanciarono strilli acuti e corsero a rifugiarsi nella seconda saletta.

Sentendo che il chiasso dietro alla porta aumentava, Malone si appoggiò al battente con tutte le forze. Poi di botto si staccò dall’uscio e corse vicino a Sua Maestà e a Lou. Lou giaceva inerte tra le braccia di Sua Maestà, che alzò gli occhi su Malone.

— Dobbiamo teletrasportarci fuori di qui — disse Malone. — Bisogna portare con noi Lou.

— Non so se ce la faremo, signor Malone — disse la regina.

— Dobbiamo provare — disse Malone secco. Qualcosa cozzò con violenza contro la porta. Il battente oscillò ma resistette. Malone respirò a fondo. Lou era troppo bella per abbandonarla in quel momento.

— Cercherò di sincronizzare la mia mente con le vostre — disse la regina.

— Va bene. Sull’aereo, allora. Pronti.

Ci fu un altro schianto, ma questa volta Malone lo sentì appena. Chiuse gli occhi, si sforzò di rappresentarsi l’interno dell’aereo che li aspettava all’aeroporto. Si concentrò sull’immagine. Ci fu un altro schianto e un urlo. Ecco, che cos’era... Ecco...

L’ultimo rumore che gli giunse all’orecchio fu lo schianto della porta che cedeva sotto i colpi, e un grande urlo, interrotto a metà.

Malone riaprì gli occhi.

— Ce l’abbiamo fatta – disse piano. — Mi chiedo che cosa staranno pensando in questo momento gli MVD.

Sua Maestà diede un grande sospiro. — Santo cielo — disse. — È stata proprio un’esperienza emozionante, non è vero?

— Ma diventerà molto più emozionante se non ci sbrighiamo — disse Malone. Aiutò la regina ad adagiare il corpo inanimato di Luba Garbitsch su uno dei sedili allungabili dell’aereo. — Maestà, ve l’affido per pochi minuti — disse Malone.

— Ma certamente — disse la regina.

— Vado a vedere chi c’è nella cabina di comando.

Percorse i corridoi dell’aereo e bussò alla porta della cabina del pilota. Passò un secondo, e Malone alzò la mano per bussare ancora.

La porta si aprì di scatto e Malone si trovò davanti agli occhi un forellino nero.

Era la canna di una M-2.45, puntata contro la fronte di Malone. La rivoltella apparteneva a un colonnello dell’aviazione, dall’aria decisa.

— Sono ottime armi – disse Malone, sforzandosi di parlare in tono scherzoso.



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