Eva&Adam - 2. Se mi chiami ti cancello by Måns Gahrton & Johan Unenge

autore:Måns Gahrton & Johan Unenge
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-12-13T12:00:00+00:00

«Ehiii? Puoi rispondermi o no?»

Adam guarda Alexander. Non ha sentito una parola di quello che ha detto.

«Vero che è un’idea piuttosto forte? Quella che sabato compriamo pizza vegetariana per tutti? Così se non altro Eva sarà contenta.»

Adam annuisce e sorride. È perfetto. La raccolta dei rifiuti, là qualcosa è successo. Lui, Alexander, Annika ed Eva si sono divertiti insieme. Cioè, in realtà succedere non è successo niente, però la sensazione è stata comunque quella. In un qualche modo.

Tanto Adam in ogni caso non è in forma. E quasi sicuramente Abdi troverà qualcun altro che sia disposto a offrirsi.

Nella testa di Adam compaiono due parole. “Giusta compagnia”. Così ha scritto Evaleva. E forse pensava ad Adam.

Il fatto è che Abdi lo deve capire: Adam si è trasferito. Non è che può stare lì a fare avanti e indietro appena la squadra laggiù non è al completo. Non è un problema suo.

«Sabato puoi alle sette?» bisbiglia Alexander.

Sono seduti attaccati, anche se c’è la verifica. La loro insegnante di inglese ha le fette di salame sugli occhi, potrebbero imbrogliare alla stragrande. Ma né Adam né Alexander si decidono a farlo. Siedono vicini e basta. E tra l’altro né Adam né Alexander sono granché bravi in inglese, perciò tanto vale che tentino di rispondere ciascuno per conto suo.

«Sì» bisbiglia Adam. «Posso.»

«Yes!» squittisce Alexander.

A pranzo Adam e Alexander se ne stanno seduti per i fatti loro. Come al solito è soprattutto Alexander a parlare. A fare piani.

«Possiamo iniziare con un po’ di patatine. Quelle Eva le mangia, vero?»

«Sì, credo di sì» finge Adam.

Perché lui sa bene che alla festa dove si sono baciati lei ha mangiato le patatine. Si ricorda che hanno infilato le mani nella ciotola contemporaneamente. E che, con la stessa velocità, tutti e due le hanno tirate su di scatto quando per caso si sono sfiorati. Come se si fossero scottati su una piastra bollente.

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