Fili argentei. L'ispettore Badassi by Sal Meri

Fili argentei. L'ispettore Badassi by Sal Meri

autore:Sal Meri [Meri, Sal]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-11-06T23:00:00+00:00


20

“Non ce la faccio proprio più”, esclamò l’ispettore toccandosi il ventre soddisfatto leggermente a cupola, dopo avere sorvolato con lo sguardo i tre piatti dignitosamente ripuliti e stracolmi di gusci grigiastri e neri a pila instabile e mini laghi di olio vergine d’oliva, limone e origano.

“Io non posso neanche respirare”, esalò Bea. “Non ho mai mangiato tanto, neanche da nonna Leonora.”

“Cucina così tutti i giorni o ha fatto un’eccezione per noi?”

“Si supera che è un piacere. È un avventuriero della forchetta. Tornerò qui quando vorrò esaudire il mio ultimo desiderio, quello di morire a stomaco pieno.”

“Terrò il segreto con le altre ragazze, ma non vedo l’ora di ritornare. Ci verrò con quelli della Outswim”.

“Sono i tuoi nuovi datori di lavoro? Quelli per cui farai gli shoot fotografici?”

“Proprio così”.

“Outswim? Nuova Zelanda?”

“Esatto. Non ti metterai a investigarli, spero. Sono puliti. Steve, il loro direttore artistico è un tipo a posto. Parla l’italiano quanto basta per capirsi. Va a letto con una mia amica. Eravamo tre finaliste. Ha scelto me perché sono fotogenica e ho le chiappe brasiliane”.

Una bella risata fece traballare il tavolino e Bea, gli occhi ridenti e la bocca semi-aperta, gli strinse la mano passando e ripassando amorevolmente l’indice affusolato lungo tutte le dita forti e nodose.

“Siamo proprio carucci con queste magliette che ci ha prestato Vitaliano. Mi fai impressione con ‘sto pesce spada sul petto.”

“Ribolliva dentro che mangiassi nel suo locale a torso nudo. Fossi stata tu, passi … ma io!”

Bea distese lo sguardo sulla sua maglietta come se volesse stirarla. Le stava larghissima e le copriva buona parte del corpo. Che taglia sarà mai? Stava pensando a qualcosa, un’ideuccia l’era spuntata in testa e la faceva soffocare di piacere.

“Andiamo a ballare a mare”, sbottò.

“Cosa?”

“Mi hai sentito. Andiamo a farci un tango a mare. Adesso! Te gusta, micione?”

“Me gusta mucho, darling.”

Detto fatto lasciarono Napoleone alle cure di Vitaliano e si avviarono verso la spiaggia mano nella mano, allungando ogni passo fino a che non si misero a correre. Arrivati sul bagnasciuga, si guardarono incerti un istante. Bea ne approfittò per lanciarsi in avanti. A gambate, le braccia tese come se volesse farsi trasportare da un aquilone invisibile, sollevò il viso al cielo, avanzò tra schizzi e schiuma e si gettò in una mousse biancastra dai bagliori argentei nella sua maglietta-paracadute.

Tristano la imitò buttandosi impetuoso fra le creste rigate. Riemerse un istante dopo lasciandosi andare di nuovo a fondo. Bea lo raggiunse nuotando con sicurezza e lo attirò a sé intrecciando le dita dietro la nuca. Con estrema lentezza gli leccò l’orecchio. Fu in quell’istante che Tristano le mise le mani sulle spalle con fermezza e la baciò a lungo. Non aveva fretta, non aveva scopi. Voleva solo baciarla, appendersi a lei, sentire il suo sale, il calore del suo fiato, i suoi capelli lunghi sgocciolargli sul collo. Si staccarono lentamente già rimpiangendo di averlo fatto. Per non farle capire cosa provava, le diede una leggera pacca sul sedere e si mise a nuotare verso la boa più lontana. Doveva prendere tempo, soprattutto stancarsi.



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