Il gangster by Clive Cussler & Justin Scott

Il gangster by Clive Cussler & Justin Scott

autore:Clive Cussler & Justin Scott
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788830459564
editore: Longanesi
pubblicato: 2022-02-18T00:00:00+00:00


Archie Abbott dava per scontato di piacere alle donne così come l’erba gatta faceva impazzire i gatti. E così quando un’attraente brunetta che stava prendendo il tè nell’atrio del Knickerbocker Hotel non solo non lo notò ma guardò dritto attraverso di lui come se non esistesse, Abbott la prese come una sfida all’ordine naturale delle cose.

«Buon pomeriggio.»

La donna aveva strabilianti occhi azzurri. Occhi che esaminarono il mento squadrato di Abbott, il naso aquilino, gli occhi penetranti, le sopracciglia alte, i capelli rossi, il sorriso splendente. «Temo che non siamo stati presentati, signore» disse lei e tornò ad abbassare lo sguardo sulla sua rivista.

«Permettetemi di rimediare subito» disse Abbott. «Io sono Archibald Angell Abbott quarto. Sarebbe un onore fare la vostra conoscenza.»

La donna non lo invitò a sedersi. A quel punto, se gli agenti del Knickerbocker non avessero saputo che era un collega della Van Dorn, due uomini tarchiati e ben vestiti si sarebbero silenziosamente materializzati accanto a lui e lo avrebbero accompagnato fuori, sul marciapiede, spiegandogli che ai donnaioli non era consentito infastidire le signore nel loro albergo... E vedi di non tornare!

«Gli amici mi chiamano Archie.»

«Vostra moglie come vi chiama?»

«Spero che mi chiamerà come preferisce quando finalmente ci saremo incontrati. Posso chiedervi come vi chiamate?»

«Francesca.»

«Che bel nome.»

«Grazie, Archibald.»

«Archie va benissimo.»

«Mi piace chiamarvi Archibald.»

L’occhio acuto di Abbott si era già posato sulla mano sinistra di lei, dove una fede nuziale creava un piccolo rigonfiamento sotto il guanto. «Siete sposata, Francesca?»

«Sono vedova.»

«Mi dispiace molto» disse lui, mentendo spudoratamente.

«Grazie. Sono passati due anni.»

«Ho notato che portate ancora l’anello.»

«Serve a impedire che i tipi sbagliati si facciano delle idee sbagliate.»

«Posso sedermi?»

«Perché?»

Abbott sorrise. «Per vedere se sono il tipo sbagliato.»

Francesca gli rivolse un sorriso che le illuminò gli occhi come luci della ribalta. «Soltanto i tipi sbagliati si farebbero idee sbagliate.»

«Ditemi del vostro accento. Non riesco a capire da dove venite. Quando facevo l’attore studiavo gli accenti. Prima di dedicarmi al mio attuale lavoro.»

«E sarebbe?»

«Assicurazioni.»

«Sedetevi, Archibald» disse Francesca Kennedy. «Sono felice di fare la vostra conoscenza.»



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