La mano del diavolo by Robert Bryndza

La mano del diavolo by Robert Bryndza

autore:Robert Bryndza [Bryndza, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2024-01-18T17:51:25+00:00


Capitolo 31

Era pomeriggio inoltrato quando Ade e Tristan lasciarono Kate davanti allo studio del dottore, per poi dirigersi al Blue Boar pub, accanto alla strada principale di Ashdean. Stavano morendo di fame, perciò ordinarono una birra e un piatto al curry a testa, che spazzolarono via in tutta fretta.

«Penso che Kate ce l’abbia con me», disse Tristan.

«Secondo me è ancora un po’ scossa dall’incidente», rispose Ade, raccogliendo delicatamente i resti della salsa al curry con l’ultimo pezzo di pane naan. «Sembrava molto sbattuta, poverina. Non si scherza con la disidratazione».

«Tu non c’eri quando ci siamo avventurati per la brughiera. Mi sono comportato da stupido».

«Che hai fatto?»

«Mi sono messo a saltare sulle paludi».

«Come un adolescente cretino. Hai visto quanta gente fa una brutta fine nelle terre paludose di Dartmoor? È pericoloso».

«Non mi sono allontanato molto».

«È proprio quello che direbbe un adolescente».

Tristan sospirò e guardò Ade che continuava a raccogliere la salsa con il pane. «Se continui così mangi anche la ceramica. Perché non ne ordini un altro?»

«No, non posso», disse Ade, allontanando il piatto.

«Hai appena divorato il mio pane e il tuo».

«Sono serio, Tris. Il curry di gamberi è la mia kryptonite. Una volta ne ho mangiati quattro di seguito. A ogni modo, era una porzione misera», aggiunse, lanciando un’occhiataccia al bancone, dove Len, il gestore del pub dall’aria perennemente affranta, stava pulendo i bicchieri.

Tristan fissò la sua birra, ombroso.

«In teoria io e Kate siamo colleghi, ma sembra che voglia tagliarmi fuori da tutto. L’altro giorno ha fatto un sacco di ricerche su internet, avrebbe dovuto condividere i risultati con me e invece niente». Prese il telefono. «E ora le ho detto di farmi sapere come andava la visita, e di nuovo… niente».

«Forse è ancora dal dottore. E poi è una donna complicata, Tris. Pensa a tutto quello che ha passato. Ha sicuramente problemi a fidarsi degli altri. Frequenta qualcuno?»

«Non lo so. Non parla mai di certe cose. Però non credo».

«E per quanto riguarda l’agenzia è ancora presto. Devi ancora completare la transizione da suo assistente all’università a collega. Pensaci un attimo. Oggi siete andati insieme nella brughiera per ricostruire un caso importante. È probabile che un bambino sia annegato in quelle paludi. Era proprio necessario mettersi a saltare come fossero un tappeto elastico?»

«No», rispose Tristan, a disagio.

«Appunto. Devi ricordarti che sei un investigatore privato, ora. Hai giurato di compiere il tuo dovere, di fare giustizia. E non dimenticare che prima Kate faceva la poliziotta a Londra. Avrà di sicuro perso dei colleghi. È probabile che li abbia visti morire. A me è successo».

Tristan si passò le mani sul viso.

«Dio, sono un idiota», disse.

«Non stare a torturarti. Tutti commettiamo errori stupidi. Anzi, io ne sto per fare uno proprio adesso». Si girò verso il bancone e urlò: «Len, portaci un altro curry, tre papadum e del pane naan». Si girò verso Tristan. «Che c’è? Ti ho detto che le porzioni erano minuscole».

«Vuoi anche il chutney di mango?», gli urlò Len.

«Sì. Ma fa’ in modo che questa terrina sia bella piena», rispose Ade, indicandogliela.



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