Frutti d'oro by Jorge Amado

Frutti d'oro by Jorge Amado

autore:Jorge Amado [Amado, Jorge]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2015-09-03T22:00:00+00:00


L’avvenimento commosse e riempì Ilhéus d’orrore. Come negare, però, senza venir meno alla verità, che le proporzioni del dramma riempirono anche d’orgoglio gli abitanti, che cominciavano ad abituarsi a vedere in grande tutte le cose d’Ilhéus: le fortune, gli scandali, le costruzioni, gli imbrogli, le feste, e adesso anche i disastri? Era un mese senza notizie sensazionali per i giornali e non solo i giornali di Bahia, ma anche i più importanti del Sud, quelli di Rio, e quelli di San Paulo, dettero molto risalto all’avvenimento, uno di essi mandò anche un inviato speciale in aeroplano il quale si mise a conversare coi naufraghi e a scattare fotografie. La strofetta dice che il giorno del naufragio fu “un giorno fastivo”, a Ilhéus.

Quell’inviato speciale, nei vari articoli che scrisse, notò già l’attività commerciale, l’eccitazione che c’era nella città e nella zona del cacao. Il naufragio dell’Itacaré non riuscì a dissipare l’allegria nervosa che possedeva gli abitanti come una febbriciattola fin’allora sconosciuta: né il naufragio dell’Itacaré, né gli scandali posteriori che scossero la città, uno dietro l’altro, durante il periodo del rialzo.

Alcuni anni dopo, quando gli affari si normalizzarono, quando Ilhéus ancora una volta si sollevò a prezzi equilibrati del cacao, dopo il grande rialzo e il grande ribasso, un professore universitario straniero che andava facendo un’inchiesta economica nel Nord-est del Brasile (pubblicò poi un libro nel suo paese d’origine), passò alcuni giorni nella zona del cacao, studiandovi le caratteristiche. Era stato raccomandato a un commerciante da un amico comune di San Paulo. Cominciavano allora a cicatrizzarsi le ferite aperte nella vita della città e dei comuni vicini dal ribasso spaventoso, appena cessato. Ma nessuno ne dava la colpa al ribasso, tutti ne davano la colpa al rialzo.

Il professore straniero, con occhiali a stanghette e con un’aria di bambino cresciuto precocemente, si rivolse al commerciante che gli fungeva da cicerone, e che gli sembrava bene informato, con una grande avidità di dati statistici, di particolari economici, di numeri. Tirò fuori un quadernetto per appunti, un lapis, stava in un bar, e domandò:

«Quali fatti caratterizzarono qui il rialzo del cacao?». Il suo portoghese, studiato sulla grammatica prima d’imbarcarsi, era duro e metallico, contrastava con la sua aria di bambino ingenuo.

L’informatore ci pensò un po’ su, non tardò a rispondere:

«Gli scandali… Ah! sor dottore, ogni scandalo era da far paura… Non si videro mai tanti scandali e così uno dietro l’altro… Gli uomini sembrava che avessero perduto la testa, le donne pure. Ogni responsabilità di famiglia finì. Il padre si mise a brigare col figlio, il marito con la moglie, la nuora col suocero… Donne camminavano nude – proprio nude, sor dottore, può credermi! – per queste vie. Uomini per bene abbandonarono la famiglia per andare dietro a una donna da conio… Fu di moda che le donne sposate avessero un amante…».

Il professore d’Economia dell’università straniera aprì la bocca, con una smorfia un po’ scema. L’informatore alzò le braccia, era ancora impressionato dai ricordi di quegli anni:

«Non pensai mai di veder tante cose e, se me le avessero raccontate, avrei detto che erano menzogne.



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