Funny Girl by Hornby Nick

autore:Hornby, Nick [Hornby, Nick]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: ebook
editore: Guanda
pubblicato: 2014-11-19T16:00:00+00:00

Purtroppo, il desiderio di rivederlo manifestato dopo il bacio all’alito cattivo fu frainteso e lui le chiese di sposarlo. La portò allo Sheekey’s, perché era il ristorante più simile a un «luogo con un significato storico-romantico», e fece comparire l’anello in una coppa di champagne mentre il personale applaudiva. Vedendo poi che lei non diceva niente, i camerieri si trovarono del lavoro da sbrigare in una delle altre sale. Era stata la schermaglia sulla soglia, si rese conto Sophie, a convincerlo a comprare l’anello. Doveva aver pensato che lei lo respingesse perché era una ragazza all’antica, ma non era questo il punto. Lo respingeva solo perché non aveva voglia di andare a letto con lui.

«Ho sbagliato tutto, vero?» chiese Maurice quando il tavolo non fu più circondato dagli spettatori.

«No» rispose lei. «È stato un bellissimo trucco. Ed è stato romantico, con i camerieri che guardavano.»

«Sento che sta per arrivare un ’ma’...»

«Noi due non ci conosciamo veramente» riprese lei.

«Secondo me, tu mi conosci. Del resto, io sono alla tivù da più tempo di te. E poi tu sei un’attrice.»

«E allora?»

«Tu, quando sei alla televisione, non sei tu. Reciti una parte. Io, quando sono alla televisione, sono me stesso. Sono Maurice.»

Purtroppo era vero. Il Maurice della vita privata era molto simile al Maurice che il pubblico conosceva. Non andava mai da nessuna parte senza trucco, tanto per cominciare, e quel sorriso falso a trentadue denti si accendeva e spegneva come il faro difettoso di un’automobile: a caso.

«C’è molto altro da sapere di te, ne sono certa» disse Sophie.

«No» disse lui, «in realtà no. Con me non ci sono sorprese. E non me ne vergogno. Potresti essere sposata con me da mille anni: sarei sempre la stessa persona che vedi al Sunday Night at the London Palladium.»

Sophie ebbe la tentazione di ringraziarlo per le serate trascorse insieme avvertendolo di non dire mai più una cosa del genere, a nessuna donna, a meno che volesse, per una qualche strana ragione, spingere quella donna al suicidio.

«Non ne dubito» disse invece.

«Quindi mi staresti dicendo» riprese Maurice «che... abbiamo bisogno di più tempo. E che dovremmo continuare a uscire insieme. E baciarci e farci tante coccole.»

Ecco, per esempio, che cosa non andava in lui: usava modi di dire come «farsi tante coccole». Era una di quelle cose che dicevano i suoi nonni. Probabilmente c’era una vecchia canzonetta che si intitolava Facciamoci tante coccole; nessuna canzone dei Rolling Stones avrebbe mai avuto un titolo del genere. E nessuna canzone degli Yardbirds, immaginava, anche se non sapeva ancora che cosa suonassero gli Yardbirds. E poi, che razza di lavoro era quello di comico illusionista? Le sembrava insopportabile essere sposata con un comico illusionista, anche se il suo alito fosse stato più dolce delle violette di Parma e i suoi baci delle bombe atomiche. I comici illusionisti andavano bene per il molo sulla spiaggia. Se era venuta a Londra, lo aveva fatto per fuggire dai comici illusionisti, non per cercarli e tanto meno per sposarli.

«No, non mi pare di aver detto questo» replicò lei alla fine.

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