Grida by Lu Xun

Grida by Lu Xun

autore:Lu Xun [Xun, Lu]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sellerio Editore
pubblicato: 2021-06-07T22:00:00+00:00


La rivoluzione

Il 14 del nono mese dell’anno Xuantong,35 il giorno in cui Ah Q vendette la sua bisaccia a Zhao Baiyan, nel cuore della notte una grande barca ricoperta da una tenda attraccò al molo sul fiume di casa Zhao. L’imbarcazione scivolò fuori dal buio pesto senza che nessuno degli abitanti addormentati se ne accorgesse. Quando uscirono di casa sul far dell’alba, invece, molti di loro la videro: a furia di tendere il collo per guardare seppero che era la barca del signor juren!

Quella barca portò a Villaggio-che-non-c’è una grande inquietudine, prima di mezzogiorno tutti i paesani erano molto scossi. La famiglia Zhao aveva mantenuto un gran segreto sulla missione di quella barca, ma in tutte le case da tè e nelle locande si diceva che in città stavano per arrivare i rivoluzionari e perciò il signor juren era venuto a rifugiarsi nel paesino. Solo la moglie del Settimo Zou sosteneva che non era così: il juren aveva semplicemente fatto trasportare alcuni bauli di vestiti vecchi per lasciarli in paese, ma erano già stati rispediti indietro dai Zhao. In effetti, tra il juren e il signor Zhao non correva buon sangue e in teoria non era pensabile che i due «scampassero insieme alle avversità», tanto più che la moglie del Settimo Zou era una vicina di casa dei Zhao ed era piuttosto informata degli eventi, perciò era molto probabile che avesse ragione lei.

E tuttavia le voci si moltiplicarono: alcuni dissero che sebbene il juren non fosse arrivato di persona, aveva inviato una lunga lettera in cui si dichiarava «fratello di sventura» dei Zhao. Il signor Zhao aveva rimuginato a lungo per poi decidere che non c’era nulla di male e aveva accettato i bauli, che ora si trovavano sotto il letto della signora Zhao. Quanto ai rivoluzionari, c’era chi diceva che erano arrivati in città quella notte stessa, con indosso copricapo e corazza bianca, vestiti come i lealisti dell’imperatore Chongzheng.36

La parola «rivoluzionari» in effetti era già giunta alle orecchie di Ah Q, che quell’anno aveva assistito di persona a una decapitazione. Tuttavia, aveva l’idea – e chissà da dove gli era venuta – che i rivoluzionari fossero dei ribelli che di sicuro gli avrebbero creato delle noie, perciò li «detestava con tutto il cuore». Immaginatevi il suo stupore quando scoprì che il signor juren, famoso nel raggio di cento li, li temeva così tanto; perciò ne fu suo malgrado «estasiato», e fu ancor più soddisfatto nel vedere l’espressione dipinta sul volto di quelle teste di rapa delle donne e degli uomini del suo paese.

«Niente male questa rivoluzione», pensò, «che si faccia la rivoluzione contro questa razza di figli di puttana, sono disgustosi, odiosi! Per quanto mi riguarda, mi arrenderei subito ai rivoluzionari».

Ah Q di recente si era trovato in ristrettezze economiche e probabilmente provava un certo senso di ingiustizia, aggiungetevi il fatto che aveva bevuto due ciotole di vino a stomaco vuoto, e s’ubriacava piuttosto facilmente. Perciò, mentre camminava pensando a queste cose, tornò a sentirsi tutto euforico, al punto



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