Guerra del tempo: guerra del tempo by Alejo Carpentier

Guerra del tempo: guerra del tempo by Alejo Carpentier

autore:Alejo Carpentier [Carpentier, Alejo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788838939136
Google: TMqFDwAAQBAJ
editore: Sellerio
pubblicato: 2019-02-06T23:00:00+00:00


3

Per le strade di Francia va il pellegrino, con le mani scarne strette al suo bastone, sfoggiando la mantella, santificata da belle conchiglie cucite al cuoio, e la zucca che riempie solo d’acqua dei ruscelli. La barba comincia a pendergli fra le ali ricadenti del cappello, e già gli si sfrangia la rozza tela del saio sulla devota povertà dei sandali, che hanno calcato il suolo di Parigi senza toccare pavimento di taverna, né scostarsi dalla retta Via di San Giacomo se non per ammirare da lontano la santa casa dei monaci cluniacensi. Dorme, Juan, dove lo sorprende la notte, accolto in più d’una casa grazie alla devozione della buona gente, ma quando sa di un convento vicino affretta il passo, per arrivare ai rintocchi dell’Angelus, e chiedere ricetto al frate che mostra il viso alla grata. Dopo aver dato da baciare la conchiglia di San Giacomo, si rifugia sotto gli archi della foresteria, dove le sue ossa, tribolate dall’infermità e dalle piogge precoci che gli hanno sferzato il groppone dalle Fiandre fino alla Senna, trovano il solo conforto di dure panche di pietra. Il giorno dopo riparte sul far dell’alba, impaziente di arrivare, almeno, al Passo di Roncisvalle, di lì in poi gli pare che il suo corpo avrebbe patito meno, trovandosi in terra di gente del suo stesso pelo. A Tours gli si uniscono due pellegrini tedeschi, con i quali s’intende a gesti. All’Ospizio di Sant’Ilario di Poitiers incontra altri venti pellegrini, ed è già una brigata quella che riprende la marcia verso le Landes, lasciandosi dietro le stoppie del grano per trovare le vigne mature. Qui è ancora estate, benché si facciano i lavori d’autunno. Il sole indugia sulle chiome dei pini, che si vanno infittendo sempre di più, e tra un grappolo d’uva afferrato al passaggio e i riposi del mezzogiorno che si fanno ogni volta più lunghi per il profumo delle erbe e la frescura delle ombre, i pellegrini si mettono a cantare. I francesi, nelle loro strofe, parlano delle buone cose cui hanno rinunciato per rispettare il voto a Saint Jacques; gli alemanni si raschiano la gola con certi latini teutonici, che è già tanto se lasciano intendere l’Herru Sanctiagu! Got Sanctiagu! Quanto ai fiamminghi, più concertati, intonano un inno che Juan già adorna di controcanti di sua invenzione: «Soldato di Cristo, con sante preghiere, proteggici tutti da sorti più nere!».

E così, camminando adagio, in una fila di più di ottanta pellegrini, si arriva a Baiona, dove c’è un buon ospizio per spulciarsi, mettere stringhe nuove ai sandali, spidocchiarsi tra fratelli, e chiedere un rimedio per gli occhi che molti, a causa della polvere del cammino, hanno cisposi e malconci. I cortili dell’edificio sono fosse brulicanti di miserie, dove la gente si gratta la rogna, mostra i moncherini, e si lava le piaghe con l’acqua del pozzo. C’è chi si porta appresso bubboni che non sono guariti neppure al tocco del Re di Francia, e chi cavalca una panca per riposare dell’impaccio di parti così gonfie che sembrano le vergogne del gigante Adamastor.



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